Il ricordo di Antonella, la bambina che ha perso la vita per una pericolosa sfida su TikTok di qualche settimana fa, è ancora vivo nella mente di molti , soprattutto per la facilità con cui una ragazzina può perdere la vita inconsapevolmente. Le indagini sul caso sono ancora in corso ed è giusto rispettare l’immane dolore della famiglia. Sta di fatto che la vicenda ha contribuito a sollevare il problema della sicurezza dei giovanissimi sui social. Quando si è molto piccoli, infatti, è facile lasciarsi trascinare dall’artificialità del digitale senza avere la consapevolezza dei possibili rischi a cui si può andare incontro. Per questo, da qualche giorno il Garante della Privacy ha reso obbligatoria la richiesta dell’età da parte degli utenti italiani.
Dallo scorso 9 febbraio, il social più utilizzato dagli adolescenti: TikTok, chiede l’età agli utenti italiani. La misura è stata introdotta dopo le richieste del Garante della Privacy a seguito dell’incidente mortale della piccola Antonella, per mettere una stretta ai profili degli ‘under tredici. Dal 9 febbraio tutti gli utenti che aprono l’app, appare una schermata in cui viene chiesto di inserire la data di nascita. Se la data inserita riporta un’età inferiore a tredici anni, il social non ne permette l’ingresso. È una misura apprezzabile, che potrebbe portare ad una prima scrematura e alla conseguente chiusura degli account che risulteranno collegati ai minori di anni tredici. La società, in occasione del Safer Internet Day che ricorreva proprio il 9 febbraio, ha anche avviato una campagna di sensibilizzazione sulla sicurezza online: appare una schermata con la modalità di funzionamento della piattaforma, le impostazioni sulla privacy e il sistema di segnalazione dei contenuti. TikTok ha annunciato, conseguentemente, il suo sostegno a INHOPE, una rete globale di quarantasette hotline per la protezione dei bambini, impegnata in particolare a contrastare il la diffusione online di materiale pedopornografico.
La decisione del Garante della Privacy è sicuramente importante, ma altrettanto facile da aggirare. È infatti sufficiente inserire una data di nascita falsa e il gioco è fatto. Oppure, un ragazzino può chiedere al fratello maggiore di utilizzare un falso profilo. I giovanissimi conoscono mille modi per sfuggire l controlli e sanno usare le tecnologie decisamente meglio degli adulti. Per questo è importante cercare di supervisionare i propri figli, soprattutto i pre-adolescenti. È necessario spiegare loro che Internet sa tutto di loro: una volta inseriti i propri dati, la rete se ne impadronisce e ne può farne ciò che vuole. Un po’ come avere un estraneo in camera che sa proprio tutto e può anche usare informazioni ai danni di chi le ha inserite. Proviamo a raccontare questo paragone ai ragazzi, potrebbero restarne colpiti. Altro punto da sottolineare con loro: internet può essere un grande bugiardo, dietro un profilo simpatico e piacevole potrebbe esserci un pedofilo di qualsiasi età. Bisogna assolutamente far capire che le foto di parti intime inviate in rete, possono essere utilizzate da personaggi malsani e nessuno le può togliere se non la polizia.
È essenziale il controllo dei genitori oltre alla sensibilizzazione nelle scuole, perché non esistono filtri o antivirus contro il cyberbullismo, il sexting, l’adescamento e Revenge Porn. L’unica difesa possibile è quindi parlare con i propri ragazzi narrando episodi reale ma soprattutto è necessario vigilare. Fino a quando i bambini non hanno raggiunto l’età della raggiunta consapevolezza dei rischi, questo avviene verso i tredici – quattordici anni è indispensabile aver accesso allo smartphone dei figli sapere quale sono le loro attività in rete. È necessario poi essere informati sui fenomeni social dei più giovani ricordando che è indispensabile attivare sistemi di protezione per i ragazzini e comunque già compresi negli smartphone. Per Apple e per Android è disponibile la Google Family Link, una App in grado di gestire e controllare il dispositivo usato dai bambini impostando i filtri al fine di attivare un controllo mirato.
Giorgia Andretti