Quando la pelle viene esposta alle radiazioni degli UV arrivano anche gli effetti nocivi sia nel DNA delle cellule epidermiche che sui fibroblasti con effetti genetici e ossidativi. L’ipersensibilità è più elevata sotto i due anni.
La differenza tra UVB e UVA è soprattutto nei danni che causano alla pelle esposta al sole. I primi sono colpevoli di scottature mentre i secondi, più pericolosi, causano la formazione di tumori e invecchiamento cutaneo.
Ad essere attive sulla sintesi della vitamina D sono le radiazioni appartenenti allo spettro solare degli ultravioletti con lunghezza d’onda compresa tra i 290 ed i 315 nanometri ovvero gli ultravioletti del tipo B - UVB
E’ sufficiente ricordare l’estinzione dei dinosauri per comprendere quanto anche la sola riduzione delle radiazioni solari, a causa del filtro pulviscolare temporaneo, abbia ridotto notevolmente la sintesi clorofilliana.