Flora batterica dei bevitori di caffè: nella ricerca era più abbondante

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Flora batterica dei bevitori di caffè: nella ricerca era più abbondante

zuppa di lenticchie e avocado
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Oggi 30 ottobre, oggi farò Zuppa di lenticchie e avocado per pranzo, buone buone, per un pH di 6 e cena a base di pollo e verdure per un pH totale di 5,8. Chi ci segue da tempo ricordiamo che i nostri menù rispettano il pH neutro il più possibile. Caffè adorato caffè, sono pochissimi gli italiani a cui non piace e una di queste… sono io! Questa settimana vi racconterò di una nuova ricerca caffè, ovvero: quanto caffè si può bere durante a giornata? Una tazza, due tazze… quando è troppo?

Colazione: Carote, banane e toast all’humus di ceci – Una tazza di tè

Break: Pera verde per snack

Pranzo: Zuppa di lenticchie e avocado

Break: Tartine con yogurt e marmellata di castagne – una tazza di tè

Cena: Pollo alle verdure

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Caffè, oggi vedremo altri studi sul caffè e il microbioma intestinale, che vanno ad aggiungersi a quelli di cui vi ho già scritto nei giorni scorsi, per chi legge oggi per la prima volta la mia rubrica, è sufficiente cercare i consigli di Zia Vittoria.

Al congresso annuale dell’American College of Gastroenterology, a San Antonio, in Texas sono stati presentati i nuovi risultati riguardanti la correlazione tra microbioma e caffè. Nello studio, gli scienziati per la prima volta in assoluto hanno prelevato campioni di microbioma intestinale direttamente da varie parti del colon durante le colonscopie. Gli studi precedenti avevano esaminato solo campioni recuperati dalle feci. Complessivamente, i trentaquattro partecipanti che avevano bevuto due o tre tazze di caffè ogni giorno durante l’anno precedente hanno fatto rilevare un microbioma intestinale decisamente migliore confrontato con i soggetti che avevano bevuto solo una tazza di caffè o non ne avevano bevuto affatto. La flora batterica dei bevitori di caffè arruolati nella ricerca era più abbondante e distribuita in modo uniforme all’interno dell’intestino crasso, più ricca di proprietà antinfiammatorie e considerevolmente meno probabilità di includere l’erisipelatoclostridium, un tipo di batterio forse responsabile di anomalie metaboliche e dell’obesità.

Zia Vittoria

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