Anche se la malattia si supera senza problemi, il Covid-19 in alcuni casi lascia pesanti strascichi. Gli esperti parlano di Long Covid, si tratta di una serie di disturbi come debolezza, svogliatezza, stanchezza eccessiva e umore basso. In questi casi, è importante parlarne con il proprio medico e concedersi un po’ di riposo e se possibile prendere qualche giorno di vacanza. Anche assumere particolari sostanze, con il cibo o attraverso integratori, è di aiuto ad alleviare i sintomi.
Secondo alcuni studi, i sintomi del Long Covid migliorano assumendo arginina e vitamina C. Lo sostiene uno studio condotto dall’ITME dell’Università Federico II di Napoli, i ricercatori hanno notato un miglioramento dei sintomi del Long Covid in 1.390 persone provenienti da tutto il territorio nazionale dopo un trattamento a base di un amminoacidi, la L-Arginina e Vitamina C che ha ridotto in maniera statisticamente significativa tutti i sintomi della sindrome. In particolare, sono stati alleviati affaticamento cronico, difficoltà respiratoria e percezione soggettiva della fatica. I risultati sono usciti sulla rivista Pharmacological Research. Oltre a queste sostanze, che si possono assumere con integratori, è utile anche il magnesio supremo da acquistare in farmacia. Si aggiunge un cucchiaino di polvere a un bicchiere d’acqua, aggiungendo un po’ di miele, che regala energia, e bevendo tutto come una normale bevanda. Inoltre, è bene assumere proteine magre come il pesce e carne bianca, cereali integrali, frutta e verdura di stagione.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha definito ufficialmente – post Covid-19 condition – una condizione di persistenza di segni e sintomi che continuano o si sviluppano oltre le 12 settimane dal termine della fase più grave della malattia. Tosse persistente, difficoltà a respirare, stanchezza o debolezza muscolare anche a guarigione avvenuta, fanno parlare di Long Covid, concorda anche l’Istituto Superiore di Sanità. Le cause che portano a manifestazioni durature del Long-Covid non si conoscono. La malattia, nei casi più seri, può portare a una forte risposta infiammatoria che a sua volta avvia fenomeni di trombosi. Oltre a rappresentare un rischio nella fase acuta dell’infezione, questi, diffusi soprattutto con le prime varianti e senza la protezione garantita dai vaccini, possono aver lasciato il segno sugli organi colpiti. Un aspetto, unito a una possibile reazione autoimmune indotta dal virus, rientra tra i principali indiziati alla base del Long-Covid.
Giorgia Andretti
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