Numerosi studi, negli ultimi anni, hanno rivelato che le nanoplastiche sono un inquinante onnipresente dell’ambiente umano e rappresentano una seria minaccia per gli organismi in esse contenuti. Numerosi studi hanno esaminato gli organismi che vivono in questi ecosistemi ed è stato accertato che le nanoplastiche possono causare il blocco del tratto digestivo, l’inibizione della crescita, la disabilità della riproduzione fino a causarne la morte. Tutto questo è la diretta conseguenza della crescita inarrestabile della produzione di plastica e dell’inadeguato smaltimento dei rifiuti.
La plastica visibile può essere rimossa dall’ambiente, e le nanoplastiche?
Le micro e nanoplastiche rimangono parte integrante della natura. Pertanto, il profilo tossico delle micro e nanoplastiche è peggiore di quello attribuito alla plastica visibile, vediamo allora in che modo le nanoplastiche possono irrompere nel nostro benessere.
- Distribuzione e ubiquità:
- Ambienti marini e d’acqua dolce – Studi recenti hanno confermato la presenza di nanoplastiche non solo negli oceani ma anche nei laghi, fiumi, e in acque sotterranee. Questo dimostra che le nanoplastiche sono presenti in quasi tutti gli ecosistemi acquatici.
- Atmosfera – Le ricerche hanno individuato nanoplastiche anche nell’aria, il che suggerisce che possono essere trasportate da correnti e depositate in luoghi remoti, inclusi ghiacciai e regioni polari.
- Tossicità negli organismi acquatici – Si è scoperto che le nanoplastiche possono causare danni significativi alle specie acquatiche, includendo alterazioni nel comportamento, nella crescita e nella riproduzione. Anche a concentrazioni relativamente basse, le nanoplastiche possono penetrare le cellule e causare stress ossidativo e risposte infiammatorie.
- Bioaccumulo e biomagnificazione – Nuovi studi indicano che le nanoplastiche possono bioaccumularsi negli organismi e spostarsi lungo la catena alimentare, aumentando le preoccupazioni sugli effetti cumulativi negli ecosistemi.
- Ingestione e inalazione – Recenti ricerche hanno rilevato la presenza di nanoplastiche in alimenti di uso quotidiano, acqua potabile e anche nel tratto gastrointestinale umano. Inoltre, inalare aria inquinata da nanoplastiche potrebbe rappresentare un rischio significativo per la salute respiratoria come polmoniti e bronchiti.
- Penetrazione biologica – Le nanoplastiche, data la loro dimensione, possono attraversare barriere biologiche come la barriera ematoencefalica e la mucosa intestinale. Questo aumenta il rischio di effetti sistemici e di lungo termine, includendo infiammazione cronica e potenziali interferenze con i processi cellulari e genetici.
- Danni cellulari: Studi in vitro hanno dimostrato che le nanoplastiche possono penetrare nelle cellule e causare danni al DNA, disfunzione mitocondriale e stress ossidativo. Questo può portare a mutazioni e potenziali tumori.
- Interferenze chimiche: Le nanoplastiche spesso agiscono come vettori per altri contaminanti chimici presenti nell’ambiente, aumentando il loro potenziale di tossicità. Possono adsorbire metalli pesanti, idrocarburi policiclici aromatici (IPA) e altri inquinanti organici persistenti.
Implicazioni per le politiche pubbliche a livello mondiale
Le recenti scoperte stanno spingendo verso una maggiore regolamentazione per ridurre il rilascio di plastica nell’ambiente. Alcuni paesi stanno cominciando a implementare misure per limitare l’uso di microplastiche nei prodotti di consumo e migliorare la gestione dei rifiuti plastici. Per questo i ricercatori stanno sviluppando nuove metodologie come la spettroscopia Raman, la microscopia elettronica e l’analisi delle particelle con sonde particolari. In sintesi, la ricerca attuale sulle nanoplastiche evidenzia l’urgenza di affrontare la contaminazione da plastica a un livello più profondo e di sviluppare soluzioni efficaci per proteggere la salute umana e la biodiversità.
Rossi Lina
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