Lo spettro invisibile della plastica: le nanoplastiche

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Lo spettro invisibile della plastica: le nanoplastiche

nanoplastiche
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Numerosi studi, negli ultimi anni, hanno rivelato che le nanoplastiche sono un inquinante onnipresente dell’ambiente umano e rappresentano una seria minaccia per gli organismi in esse contenuti. Numerosi studi hanno esaminato gli organismi che vivono in questi ecosistemi ed è stato accertato che le nanoplastiche possono causare il blocco del tratto digestivo, l’inibizione della crescita, la disabilità della riproduzione fino a causarne la morte. Tutto questo è la diretta conseguenza della crescita inarrestabile della produzione di plastica e dell’inadeguato smaltimento dei rifiuti.

La plastica visibile può essere rimossa dall’ambiente, e le nanoplastiche?

Le micro e nanoplastiche rimangono parte integrante della natura. Pertanto, il profilo tossico delle micro e nanoplastiche è peggiore di quello attribuito alla plastica visibile, vediamo allora in che modo le nanoplastiche possono irrompere nel nostro benessere.

  • Distribuzione e ubiquità:
  1. Ambienti marini e d’acqua dolce – Studi recenti hanno confermato la presenza di nanoplastiche non solo negli oceani ma anche nei laghi, fiumi, e in acque sotterranee. Questo dimostra che le nanoplastiche sono presenti in quasi tutti gli ecosistemi acquatici.
  2. Atmosfera –  Le ricerche hanno individuato nanoplastiche anche nell’aria, il che suggerisce che possono essere trasportate da correnti e depositate in luoghi remoti, inclusi ghiacciai e regioni polari.
  • Effetti sulla fauna:
  1. Tossicità negli organismi acquatici – Si è scoperto che le nanoplastiche possono causare danni significativi alle specie acquatiche, includendo alterazioni nel comportamento, nella crescita e nella riproduzione. Anche a concentrazioni relativamente basse, le nanoplastiche possono penetrare le cellule e causare stress ossidativo e risposte infiammatorie.
  2. Bioaccumulo e biomagnificazione –  Nuovi studi indicano che le nanoplastiche possono bioaccumularsi negli organismi e spostarsi lungo la catena alimentare, aumentando le preoccupazioni sugli effetti cumulativi negli ecosistemi.
  • Salute umana:
  1. Ingestione e inalazione –  Recenti ricerche hanno rilevato la presenza di nanoplastiche in alimenti di uso quotidiano, acqua potabile e anche nel tratto gastrointestinale umano. Inoltre, inalare aria inquinata da nanoplastiche potrebbe rappresentare un rischio significativo per la salute respiratoria come polmoniti e bronchiti.
  2. Penetrazione biologica –  Le nanoplastiche, data la loro dimensione, possono attraversare barriere biologiche come la barriera ematoencefalica e la mucosa intestinale. Questo aumenta il rischio di effetti sistemici e di lungo termine, includendo infiammazione cronica e potenziali interferenze con i processi cellulari e genetici.
  • Meccanismi di tossicità:
  1. Danni cellulari: Studi in vitro hanno dimostrato che le nanoplastiche possono penetrare nelle cellule e causare danni al DNA, disfunzione mitocondriale e stress ossidativo. Questo può portare a mutazioni e potenziali tumori.
  2. Interferenze chimiche: Le nanoplastiche spesso agiscono come vettori per altri contaminanti chimici presenti nell’ambiente, aumentando il loro potenziale di tossicità. Possono adsorbire metalli pesanti, idrocarburi policiclici aromatici (IPA) e altri inquinanti organici persistenti.

Implicazioni per le politiche pubbliche a livello mondiale

Le recenti scoperte stanno spingendo verso una maggiore regolamentazione per ridurre il rilascio di plastica nell’ambiente. Alcuni paesi stanno cominciando a implementare misure per limitare l’uso di microplastiche nei prodotti di consumo e migliorare la gestione dei rifiuti plastici. Per questo i ricercatori stanno sviluppando nuove metodologie come la spettroscopia Raman, la microscopia elettronica e l’analisi delle particelle con sonde particolari. In sintesi, la ricerca attuale sulle nanoplastiche evidenzia l’urgenza di affrontare la contaminazione da plastica a un livello più profondo e di sviluppare soluzioni efficaci per proteggere la salute umana e la biodiversità.

Rossi Lina

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