Infertilità maschile, la prima causa è l’inquinamento

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Infertilità maschile, la prima causa è l’inquinamento

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E’ l’inquinamento la prima causa di infertilità negli uomini. Secondo i dati in possesso dei ricercatori, il numero degli spermatozoi presenti nel liquido seminale negli ultimi trenta anni, si è dimezzato e la situazione sembra destinata a peggiorare. Nel 60% dei casi il problema è causato dall’esposizione ad agenti inquinanti, soprattutto alle polveri sottili. I dati sono emersi nel corso del primo congresso nazionale sulla Procreazione Medicalmente Assistita, a Firenze nei giorni scorsi.

 

Interferenti endocrini, uno dei primi problemi

A minacciare la qualità e la quantità degli spermatozoi sono le sostanze che l’organismo assorbe dall’ambiente e dagli alimenti. Ne sono esempio gli ftalati, sostanze utilizzate per molto tempo nella produzione della plastica. Il bisfenolo A, già messo al bando nella comunità europea e, purtroppo, per molto tempo utilizzato per la produzione di biberon in plastica. Anche i diserbanti e i pesticidi chimici hanno una loro responsabilità. Tutte queste sostanze vengono infatti classificate come interferenti endocrini perché svolgono una azione affine a quella degli ormoni, in modo particolare degli estrogeni. Nei soggetti di sesso maschile gli interferenti causano alterazioni a livello dei testicoli, quindi producono spermatozoi deboli o in scarsa quantità. A minacciare la fertilità maschile è anche l’esposizione a fonti di calore o radiazioni: a questo riguardo, le professioni più a rischio sono quella dell’operaio e del cuoco.

Alcuni ambienti particolarmente sottoposti a inquinanti, come l’area di Pescia vicino a Pistoia, dove sono presenti strutture che fanno uso di concimi e fertilizzanti, possono mettere a rischio la fertilità maschile. In queste aree è stato riscontrato un aumento dell’infertilità negli uomini.

 

Altre cause dell’infertilità maschile

Oltre agli inquinanti ambientali, ci sono altri fattori coinvolti, alcolici e il fumo, ad esempio, alcol, nicotina e biossidi prodotti dalla combustione del tabacco svolgono un effetto tossico a livello delle gonadi. L’effetto è tanto più dannoso, quanto prima un ragazzo inizia a far uso di queste sostanze. L’alimentazione scorretta a base di grassi e zuccheri in eccesso e la sedentarietà causano sovrappeso il cui risultato provoca una pressione eccessiva a livello dei testicoli, danneggiandone i tessuti e la conseguente attività riproduttiva. Anche l’abitudine a indossare pantaloni aderenti e tute in tessuto sintetico non fa bene ai testicoli, poiché causa un surriscaldamento locale con la conseguente un’azione nociva sulla produzione dello sperma. Infine, va richiamata l’attenzione sull’importanza della visita uro-andrologica, alla quale oggi si sottopongono pochissimi giovani per una forma distorta di pudore. Un tempo, la visita militare permetteva di individuare alterazioni come il criptorchidismo o  il varicocele,  che potevano essere curati. Oggi, troppi uomini raggiungono l’età adulta senza essersi sottoposti a visita specialistica, con il risultato di portarsi dietro problemi che divengono sempre più difficili da affrontare se passano gli anni. Insomma, per contrastare gli effetti degli inquinanti occorre fare sport, seguire una alimentazione mediterranea con cereali, frutta, ortaggi, pesce e non indossare indumenti stretti. Inoltre, si dovrebbe superare quell’inutile pudore e sottoporsi ogni tanto a una visita di controllo.

 

Giorgia Andretti

 

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