La campanella suona e i bambini si ammalano: il mal di scuola dilaga

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La campanella suona e i bambini si ammalano: il mal di scuola dilaga

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I nonni la chiamavano bonariamente mal di scuola. È quell’insieme di malesseri psicofisici costituita da dolori addominali, febbre, affezioni respiratorie, probabilmente resi più intensi dallo stress dello studio e dal sempre più scarso tempo trascorso all’aperto. Oggi i pediatri hanno creato un nome per questo disagio:- La sindrome della campanella – perché inizia a manifestarsi proprio i primi mesi dall’inizio dell’anno scolastico.

Un malessere che inizia con l’autunno
Il primo episodio di questa sindrome si presenta già dopo le prime settimane dall’inizio del nuovo anno scolastico, ma è proprio in questo periodo, da fine novembre in poi, che la situazione peggiora. Infatti i bambini restano diverse ore al chiuso delle aule e degli ambienti domestici, nel migliore di casi in palestre e piscine. In questi luoghi si annidano i virus delle sindromi influenzali respiratorie e gastroenteriche, che si trasmettono facilmente da un piccolo all’altro. Non solo. La stanchezza per il risveglio precoce al mattino, le poche ore di sonno – i nostri bambini vanno a letto mediamente troppo tardi e lo stress dello studio abbassano ulteriormente le difese immunitarie favorendo la diffusione delle infezioni. Quando un bambino dichiara di sentirsi poco bene e chiede di poter stare a casa da scuola, è quindi opportuno concedergli il beneficio del dubbio: è possibile che realmente sia soggetto a qualche malessere. Se, ovviamente, una volta scampato il rischio di andare a scuola, il bambino inizia a giocare contento, non ha febbre e manifesta un robusto appetito, è il caso di chiedersi se davvero non volesse semplicemente saltare le lezioni. È bene allora indagare altrove, non necessariamente sul piano della salute.

Le regole per controllare la sua salute
Se però si presentano veri e propri sintomi di malessere, i pediatri suggeriscono alcune precauzioni da mettere in atto per capire quale sia il problema del bambino e se sia il caso di contattare il pediatra.
Bisogna prestare attenzione se il bambino soffre spesso di tosse, raffreddore e respiro sibilante. Potrebbe non essere semplice raffreddamento, ma un problema di asma o di allergie invernali che vanno sicuramente segnalate al pediatra.
Cercare di ricordare quante volte il bambino è stato a casa lo scorso anno per questi disturbi. Se il piccolo ha avuto più di otto – dieci episodi di febbre con raffreddore e tosse potrebbe avere un problema di immaturità immunitaria. Nulla di serio: il pediatra potrà però suggerire se è il caso di intervenire con farmaci in grado di irrobustire l’organismo del piccolo, per esempio con integrazioni di vitamina D.
Quando il bambino si sente meglio, non andrebbe riportato subito a scuola. Ci si dovrebbe organizzare con un nonno disponibile o una baby sitter, per due ragioni. La prima è che l’organismo indebolito si può facilmente ammalare di nuovo. La seconda è che se il bambino è ancora contagioso può diffondere il virus ai compagni.
Fare caso se dopo uno sforzo, ad esempio una corsa o una risata, il piccolo ha il respiro sibilante o a fischietto: potrebbe essere un problema di asma allergico.
Limitare in cameretta tappeti e cuscini. Tende e oggetti in peluche andrebbero lavati spesso e lasciati ogni giorno all’aria e alla luce: il trattamento è necessario per eliminare gli acari della polvere, hanno un effetto irritante per le vie respiratorie. È inoltre bene cercare di cambiare spesso aria nella cameretta del bambino.
Non si deve fumare nelle vicinanze del bambino in nessuna circostanza: nemmeno all’aperto se il piccolo è vicino o sul balcone di casa. Si creano correnti che fanno penetrare all’interno dell’abitazione il fumo con le sue sostanze tossiche.
Scegliere uno sport adatto alle caratteristiche del bambino. L’attività fisica diverte, rilassa e stimola il sistema immunitario. C’è solo l’imbarazzo della scelta, dal nuoto alla danza, dal calcio alla pallavolo. Per i più piccoli, perfetta la psicomotricità.
Attenzione alla bilancia: anche il sovrappeso e l’obesità possono influire negativamente sulla salute respiratoria, favorendo soprattutto l’asma.
La dieta quotidiana va seguita con attenzione. La base deve essere costituita da tre porzioni di frutta e due di ortaggi ogni giorno, ricchi di Sali minerali e vitamine. Poi cereali integrali in forma di pasta, pane e riso. Pesce e carne rossa con moderazione e via libera ai legumi uniti ad un bicchiere di latte tutti i giorni.
Il pediatra deve essere sempre il punto di riferimento per qualsiasi dubbio.

Giorgia Andretti

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