Due problemi opposti: piatto e cavo, riguardano la morfologia del piede del bambino. Nei bambini fino ai sei – sette anni è normale avere i piedi tendenzialmente piatti: si tratta di un piede in cui la pianta poggia quasi completamente a terra. Quando il bambino inizia a camminare, poco per volta il contatto con diverse superfici favorisce la corretta crescita del piede. Il peso che poggia sul piede comporta una modificazione della volta plantare anche grazie all’orientamento del calcagno che assume la direzione giusta, ossia proiettata verso l’esterno e in avanti.
Come risolvere il problema del piede piatto
Per favorire questo processo è importante permettere al bambino di camminare su tutte le superfici possibili senza ostacoli, ossia senza suole che impediscano il contatto della pianta con il terreno. Attraverso le terminazioni nervose presenti sulla cute del piede, infatti, il bambino avverte una serie di stimoli sensoriali importanti per il suo sviluppo, ma essenziali anche per favorire l’equilibrio e quindi per acquisire sicurezza e stabilità. Una buona padronanza del proprio equilibrio è il primo step per la postura corretta e, quindi, per favorire la crescita fisiologica del piede. Per questo motivo il piede va lasciato il più libero possibile: sul pavimento di casa con un paio di calze anti-scivolo in inverno, sulla sabbia, sul tappeto, sul pavimento della palestra. Le scarpe ortopediche sono ormai un lontano ricordo per il semplice motivo che il piede piatto non è una patologia ma una conformazione tipica del piede infantile e si risolve da sola con il passare del tempo. Solo se a 11-12 anni il piede conserva ancora la tipica conformazione piatta, è opportuno rivolgersi a uno specialista in ortopedia pediatrica. Il piede piatto infatti può causare dolori alla zona calcaneare. Se lo specialista lo ritiene opportuno, si ricorre a un intervento in day hospital che prevede l’inserimento di una vite nel tarso. Il bambino può camminare il giorno dopo con le stampelle, ma nel giro di cinque giorni riprende a camminare normalmente.
Piede cavo: possono volerci i plantari
Il piede cavo è il contrario del piede piatto: si tratta di una malformazione, congenita o acquisita, caratterizzata da un’eccessiva concavità dell’arcata plantare. L’area d’appoggio si limita alla parte anteriore e al calcagno, senza potersi avvalere della zona in mezzo. Il primo sintomo del problema è il dolore alla parte inferiore del piede: si tratta della cosiddetta fascite plantare , dovuta all’infiammazione dei tendini della pianta. A volte il dolore si propaga a tutta la gamba e nel bambino rende difficile e dolorosa la corsa e le altre attività motorie. È necessario effettuare una visita ortopedica con l’esame baropodometrico: valuta la qualità dell’appoggio a terra del piede e l’esame del passo. Può essere opportuno effettuare anche una radiografia. Il rimedio migliore è indossare plantari personalizzati, a lievitazione, realizzati su prescrizione dell’ortopedico. Nei bambini fino a cinque – sei anni può essere utile la fisioterapia, con manipolazioni che tendono a ripristinare la forma corretta del piede. Il plantare personalizzato è il modo più semplice ed efficace per risolvere il problema ma va cambiato a mano a mano che il piede cresce.
Giorgia Andretti