Si chiama astenopia ed indica un insieme di disturbi a causa del crescente numero di ore trascorse davanti a device che richiedono un uso a distanza ravvicinata imponendo agli occhi uno sforzo maggiore. Nei preadolescenti l’affaticamento può essere determinato anche da difetti visivi non corretti, ripercuotendosi negativamente sull’attenzione e sull’approfondimento.
Compito dei genitori è quello di osservare il comportamento e la postura dei ragazzi per individuare eventuali problemi. In caso di miopia, ad esempio, il bambino resta chino sul quaderno e, al momento di leggere la lavagna, solleva lo sguardo ma la sua messa a fuoco è un po’ tardiva tanto che può perdere la sincronia con le parole dell’insegnante. Tale ritardo complica l’apprendimento. L’astigmatismo, colpisce tra il 15 e il 25% dei ragazzi, si può riconoscere individuando eventuali difficoltà di lettura. L’occhio del bambino è fisiologicamente ipermetrope e con la crescita questa condizione tende a scomparire. La permanenza dell’ipermetropia provoca una serie di disturbi dell’affaticamento tra cui: arrossamento, bruciore, mal di testa e svogliatezza. È in età scolare, infatti, che emergono problemi di cui non ci si era mai accorti e solo con una diagnosi precoce e la tempestiva correzione si evita il peggioramento dei disturbi.
Da recenti indagini è emerso che l’83% dei ragazzi usa gli schermi digitali per tre o più ore al giorno e il 70% soffrirebbe di affaticamento visivo che oltre all’irritazione degli occhi, provoca mal di testa, dolori al collo e alla schiena. L’uso massiccio di dispositivi digitali è un fenomeno piuttosto recente ma sappiamo già le patologie conseguenti. Fin qui, non esistono approfondimenti epidemiologici del loro futuro impatto sulla vista dei più giovani. Screening di popolazione ci diranno fino a che punto ii dispositivi nocciono all’occhio giovane. Se è impossibile al momento stabilire le reali conseguenze di queste nuove abitudini, esistono già le prime indicazioni che suggeriscono cautela: va sospeso l’utilizzo de computer dopo 4 o 5 ore la cui messa a fuoco è a circa 45 cm. Diminuendo il tempo per i tablet e smartphone la cui messa a fuoco è a circa 25 cm.
La luce blu dei dispositivi digitali, oltre ad interferire con i ritmi di sonno e veglia rendendo faticoso l’addormentamento, è anche nociva per il benessere degli occhi: i primi risultati mostrano che la luce blu determina un accumulo di danni a livello retinico che potrebbe portare alla degenerazione maculare della retina. Esistono già in commercio degli occhiali con lenti in grado di proteggere verso lo spettro della luce blu. Non bisogna dimenticare che gli occhi sono delicati e vulnerabili e vanno sempre protetti anche dai raggi solari con lenti adeguate in grado di bloccare la luce blu e i raggi UV.
Quando fare la prima visita dall’oculista, il 60% dei genitori ritiene la visita non strettamente necessaria e il 55% dei bambini non ha mai effettuato una visita oculistica. A seguito di screening visivi messi in atto dall’AIERV – Associazione Internazionale per la Prevenzione e Riabilitazione Visiva – il 30% dei bambini controllati dagli oculisti aderenti presenta una problematica visiva. I difetti visivi maggiormente riscontrati sono:
Eppure, alla vista andrebbe posta la massima attenzione da parte dei genitori, in particolare quando in famiglia esistono già difetti refrattivi o patologie oculari.
Giuseppe Tarantino – Medico chirurgo oculista
Bari- Gravina- Palermo