Tutti i dispositivi tecnologici che oggi rendono la vita più semplice oltre a costituire una importante forma di intrattenimento, potrebbero essere fonte di problemi fisici. Sembra infatti che la luce prodotta da questi strumenti sia dannosa alla vista, a causa della loro maggiore frequenza ed energia. Ecco quindi una buona ragione per regolare l’utilizzo di questi dispositivi: per noi, ma soprattutto per i nostri figli.
Una luce troppo vicina
Il tempo che una persona trascorre davanti ai dispositivi digitali si allunga sempre di più. Il 30% delle persone oggi utilizza computer, tablet e smartphone per circa 6 ore al giorno, il 14% addirittura per 10 ore circa. Queste apparecchiature emettono una loro luce propria: la luce blu, la stessa presente naturalmente nei raggi solari. In natura, però, la luce blu ha una elevata lunghezza d’onda, proprio perché proviene da una fonte luminosa lontana: il sole, appunto. Quindi, quando i raggi arrivano sulla terra, sono smorzati e paradossalmente le emissioni più pericolose sono i raggi ultravioletti e infrarossi. Queste radiazioni se prese in eccesso, possono causare disturbi alla pelle e agli occhi. La luce blu arriva invece più attutita. Quando, invece, viene emessa da dispositivi LCD e LED di smartphone, tablet, TV e PC e dai sistemi di illuminazione a basso consumo energetico, la luce blu ha una lunghezza d’onda corta e quindi maggior frequenza ed energia. In particolare, i dispositivi come smartphone e tablet emettono fino al 40% in più di luce blu e, poiché sono sempre più utilizzati, aumentano anche i rischi di effetti negativi sulla vista.
Disturbi del sonno e della vista
I dispositivi tecnologici di oggi causano problemi per due motivi: emettono una alta quantità di luce blu e vengono utilizzati a distanza ravvicinata. Gli esperti hanno calcolato che questa situazione comporta una serie di conseguenze. Prima di tutto ci possono essere disturbi nella qualità del sonno. L’esposizione alla luce blu influenza il ciclo circadiano, ossia l’alternanza di sonno-veglia alla quale una persona è soggetta nel corso della giornata. La luce blu infatti diminuisce la produzione di melatonina, il neurotrasmettitore cerebrale attivo nella regolazione del ritmo sonno-veglia. Per questo motivo si può avere l’impressione di essere più vigili nelle ore serali, ma la situazione di allerta continua anche nelle ore della notte, causando disturbi del sonno. Durante le ore diurne, poi, la situazione peggiora perché l’insonnia notturna si trasforma inevitabilmente in sonnolenza diurna, con calo della capacità di attenzione e di concentrazione. Conseguenze ci possono essere anche sulla vista: la luce blu può favorire irritazione agli occhi, visione offuscata e contribuisce all’aumento di disturbi a carico della retina – la membrana dell’occhio che mette a fuoco le immagini, in modo particolare della sua zona più sensibile, la macula. E, non è finita: la postura reclinata in avanti che si assume quando si sta davanti al PC o si usa il tablet favorisce un mal posizionamento della schiena favorendo dolori nella regione lombare. Inoltre, i ragazzi passando troppo tempo davanti a questi dispositivi riducono la socializzazione vera con i coetanei, spingendolo a stare chiusi in casa anziché uscire a camminare o a fare sport. Tutto questo getta le basi per il sovrappeso in età giovanile e, più avanti negli anni, per l’insorgenza di problemi circolatori, vascolari e addirittura di diabete. Non si tratta di illazioni: una ricerca commissionata da Hoya a novembre 2012 su 1.204 portatori di occhiali in 6 Paesi europei ha rilevato che in Italia il 91% lamenta fastidi durante l’utilizzo di dispositivi digitali. Il 76% sarebbe disposto a pagare di più per un trattamento che protegga dalla luce blu.
L’importanza della moderazione e della protezione
Il primo consiglio è, quindi, utilizzare i dispositivi tecnologici per un tempo limitato al lavoro e, soprattutto, cercare di ridurre le esposizioni durante le ore serali e notturne. Il discorso vale ovviamente per i nostri figli, il loro utilizzo è solo ed unicamente per svago: promuoviamo quindi attività all’aria aperta, anche scrivendoli a corsi sportivi. Per chi proprio non può fare a meno di utilizzare questi strumenti, è possibile ricorrere all’impiego di lenti, in grado di ridurre la quantità di luce blu che arriva agli occhi e di assicurare grande comfort anche in condizioni di scarsa illuminazione. Queste lenti riducono l’affaticamento visivo, migliorano la visione dello schermo e rendono il testo più leggibile. Gli occhi sono quindi più protetti e rilassati e percepiscono anche meglio parole, immagini e colori. Si può chiedere in merito al proprio oculista o all’ottico di fiducia. Oltre alle lenti, però, sono fondamentali alcune regole di comportamento, da seguire sempre, mantenendo prima di tutto una giusta distanza tra occhi e schermo: per i dispositivi digitali, deve essere pari almeno alla lunghezza dell’avambraccio, appena sotto il livello degli occhi. Lo schermo va regolato in modo che la luminosità non sia troppo scarsa e nemmeno eccessiva. Il colore di sfondo ideale e più risposante è il grigio chiaro piuttosto che il bianco. Gli schermi vanno puliti spesso e non vanno posizionati verso la finestra, per evitare il rimbalzo di luce esterna. Altri trucchi sono l’impiego di filtri per ridurre il bagliore sul display ed aumentare la dimensione dei caratteri per facilitare la lettura. Infine è importante evitare di fissare a lungo lo schermo, facendo pause di almeno 20 secondi
ogni 2 minuti, tenendo le mani a coppa sugli occhi chiusi: il cupping è un esercizio facile e regala sollievo immediato. Fondamentale è la visita annuale dall’oculista.
Sahalima Giovannini
Consulenza della dott.ssa Rosalba Trabalizini
Responsabile Scientifico di Guidagenitori.it