E’ universalmente noto, il nuoto è lo sport consigliato a tutte le età

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E’ universalmente noto, il nuoto è lo sport consigliato a tutte le età

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Il nuoto praticamente non ha limitazioni, l’acquaticità è connaturata all’uomo stesso. Prima di venire al mondo, infatti, ciascuno di noi è vissuto per nove mesi immerso nel liquido amniotico. Mantenere il contatto con l’acqua fin dai primi mesi di vita è di fondamentale importanza: non permette al nostro sistema neurofisiologico di annullare il riflesso natatorio, infatti un bimbo di pochi mesi messo in acqua si muove e galleggia in tutta sicurezza.

Si può iniziare fin da piccolissimi
A sei mesi i bambini hanno il riflesso del nuoto innato. Se seguiti da esperti della psicomotricità in acqua, impareranno a muoversi da un bordo all’altro della piscina e saranno in grado di farlo da soli già ad un anno. Non sono molte, però, le mamme che decidono di proseguire questo rapporto speciale in acqua per i propri bimbi: il timore che prendano freddo o che la piscina non sia sufficientemente pulita e adatta a un piccolo di pochi mesi è il grande limite. Sta di fatto che quasi sempre i bimbi iniziano a dedicarsi al nuoto più avanti, quando ormai il riflesso innato e l’acquaticità è persa. L’approccio con la piscina o con il mare, se si è in estate può quindi non essere semplicissimo. I bimbi nutrono spesso un po’ di timore dello stare in acqua, dovremmo riuscire a far loro superare le loro paure affidandoli a bravi istruttori in grado di coinvolgerli in esercizi divertenti e giocosi, permettendogli di utilizzare braccioli e galleggianti. L’importante è non obbligarli: se i bimbi iniziano a mostrare timore è meglio prendere una pausa di qualche mese.

Un’attività benefica per lo sviluppo osteo-muscolare
Le attività più impegnative, organizzate in veri e propri corsi, sono consigliate dai quattro-cinque anni: da questa età i bambini possono seguire lezioni, sotto la guida di un istruttore qualificato, per apprendere i vari stili, dai più semplici ai più complessi. Si inizia con l’imparare a immergere il capo e a respirare in modo corretto, per passare allo stile libero e al dorso prima, quindi, negli anni successivi, agli stili più complessi come rana e delfino. Il nuoto è uno sport completo: sviluppa in armonia tutte le parti del corpo, favorendo lo sviluppo armonico della muscolatura che quindi riesce a sostenere correttamente l’ossatura, soprattutto della colonna vertebrale alleviando i disturbi che possono derivare dalle posizioni scorrette assunte a scuola, oppure davanti ai videogiochi. Il nuoto è insomma, per i bimbi moderni, un vero e proprio elisir di benessere contro i problemi legati alla scarsa attività fisica. L’acqua inoltre, con la mancanza di gravità, sostiene il corpo evitando gli sforzi alla colonna vertebrale e promuove lo sviluppo muscolo-scheletrico della schiena, sviluppando ugualmente entrambe le sezioni, la destra e la sinistra contrastando i vizi scoliotici e contemporaneamente sia gli arti inferiori che quelli superiori. Si rivela ottimo come attività complementare per i bambini che praticano sport che sviluppano prevalentemente una parte del corpo come il tennis o la scherma o gli arti inferiori come il calcio e il pattinaggio.

Aiuta anche a respirare meglio
Nuotare, imparando a modulare la respirazione e apprendendo progressivamente a resistere allo sforzo, allena il cuore e apporta grandi benefici al sistema cardiocircolatorio, migliorando anche l’attività del sistema respiratorio. I bimbi che soffrono di allergia o di asma bronchiale, infatti, sono spesso costretti a limitare la loro attività sportiva all’aperto, a causa delle difficoltà respiratorie che possono avere. Nell’ambiente umido e caldo della piscina o del mare gli allergeni sono inesistenti e l’umidità stessa allevia la bronco-costrizione alla quale sono soggetti questi piccoli. La modesta quantità di cloro non causa di solito alcun problema. Il nuoto può anche essere di aiuto ai bambini un po’ timidi e impacciati, perché li aiuta a prendere confidenza con la propria fisicità senza tuttavia doversi misurare con eventuali compagni di squadra. È insomma adatto praticamente a tutti: andrebbe svolto almeno una volta la settimana per mantenere un buon allenamento e spingere quei miglioramenti che fanno sentire il bambino sempre più motivato.

Giorgia Andretti

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