Punto di fumo dell’olio. Non potete immaginare ragazze che grande discussione abbiamo fatto a pranzo ieri su questo argomento, come al solito abbiamo avuto ospiti, un collega di Gerson con rispettiva famiglia, bene non ricordo neanche perché siamo finiti a parlare dell’olio e del fatto che non tutti gli oli sono adatti a certe cotture. Prima di tutto è necessario chiarire cosa significa il punto di fumo.
Il punto di fumo è il valore della temperatura raggiunto da uno dei tanti grassi utilizzati in cucina, in cui inizia a rilasciare sostanze che riusciamo a vedere come fumo azzurrognolo, nel contempo viene rilasciata anche una sostanza tossica: l’acroleina. Questa è una sostanza nociva per il fegato e irritante per la parete gastrica. Gli oli quindi possono essere fortemente irritanti solo l’olio di arachidi, rilascia basse quantità di acroleina. Tutti gli oli utilizzati per friggere non dovrebbero essere utilizzati più di una volta proprio per il rilascio di questa sostanza tossica. Inoltre, gli oli possono andare a male, non dovrebbero essere utilizzati se hanno un cattivo odore.
Comunque, gli oli con alti punti di fumo sono i migliori per friggere. Per cucinare gli oli che hanno punti di fumo medio-alti e quelli con bassi punti di fumo per utilizzarli crudi su insalate e salse.
Oggi gnocchi con la mozzarella per pranzo per un pH di 5,7 e merluzzo con finocchi e patate per cena per un totale di 5,7,
Zia Vittoria
Colazione: Pere all’anice e yogurt – Una tazza di tè
Break: Barrette energetiche casalinghe
Pranzo: Gnocchi con pomodoro e mozzarella
Break: Mela e uvetta per snack – ed una tazza di tè
Cena: Merluzzo con finocchi e patate
e… se stiamo svezzando il bambino Pappe dagli 8 mesi
Le porzioni da mettere nel piatto: a peso o a misura? Ecco cosa preferire