Sono molte donne che scelgono il parto in acqua: il tepore della vasca sembrerebbe alleviare il dolore delle contrazioni senza spegnerne l’efficacia, mentre sarebbe meno traumatico per il bambino. La possibilità di ricorrervi è sempre più ampia perché oggi sono molti i reparti maternità che dispongono di vasche apposite per il parto. Una ricerca inglese, svolta su dati dell’archivio nascite, ha sollevato qualche dubbio sulla sicurezza di questa scelta. È bene però precisare che si tratta di campioni ristretti, quindi potrebbero essere poco rappresentativi e si scontrano comunque con la soddisfazione di molte donne che hanno scelto questo tipo di parto, senza incontrare alcun problema.
Aspettare che ci siano più evidenze
Il dottor Alastair Sutcliffe, pediatra dello University College di Londra, invita quindi le donne in prossimità del parto a pensarci bene prima di scegliere questo metodo, almeno fino a quando non ci saranno maggiori evidenze in termini di sicurezza. Secondo gli esperti inglesi, infatti, è vero che partorire in una vasca con acqua calda allevia il dolore, diminuisce la necessità di analgesia peridurale e a volte velocizza la fase espulsiva. Tuttavia al momento finale dell’espulsione del nascituro, i benefici non sono così evidenti. Aumenterebbero infatti i rischi di infezioni alle vie respiratorie, opinione condivisa anche dall’American College di Ostetricia e Ginecologia e dalla American Academy di Pediatria, che hanno di recente pubblicato alcune raccomandazioni che vanno contro i benefici del parto in acqua. I ricercatori inglesi hanno analizzato i dati degli studi per un totale di 39mila nascite. La maggior parte di questi studi era però basato su campioni molto piccoli, su donne con gravidanze a basso rischio e con assenza di complicanze. In realtà non sono emersi particolari benefici per il bambino, misurabile con il punteggio di Apgar, la scala di valori che valuta i parametri vitali del neonato.
Un metodo apprezzato dalle donne
A dispetto di quanto è sostenuto dagli esperti inglesi e americani, però, le donne di tutto il mondo amano il parto in acqua, permette al bambino di venire al mondo più dolcemente, passando dalla sicurezza del grembo materno all’abbraccio dell’acqua tiepida. Ovviamente, il parto in acqua può essere scelto se mamma e bambino non hanno problemi particolari e visite e analisi lasciano supporre che il parto si svolgerà in modo del tutto naturale. In alcuni casi, si deve escludere già in partenza l’eventualità di mettere al mondo il bimbo nella vasca. Questo si verifica nelle gravidanze che richiedono un costante monitoraggio da parte del personale medico. Se, per esempio, la donna è soggetta a diabete gravidico, una condizione che può creare sofferenza fetale, oppure se si tratta di una gravidanza gemellare, o ancora di un parto podalico, è difficile che si possa pensare di far nascere in proprio figlio in acqua. In questi casi infatti talvolta si deve ricorrere a un cesareo, che non può ovviamente essere eseguito se la donna è in vasca.
Controlli in tutte le fasi
La donna è costantemente seguita dal ginecologo e dall’ostetrica. Mentre si trova immersa nell’acqua vengono eseguiti i controlli necessari a rilevare il battito cardiaco del piccolo e la regolarità delle contrazioni con apposite sonde a ultrasuoni impermeabili. Nel frattempo, il medico visita la mamma: controlla se l’utero si sta dilatando regolarmente, se il piccolo si muove e se si trova nella posizione corretta per uscire. L’assenza di gravità permette alla donna di muoversi liberamente e di trovare la posizione più comoda, galleggiando sul dorso, aggrappandosi ai bordi della vasca e sistemandosi nella posizione più naturale al momento del parto con una facilità maggiore rispetto a quanto avvenga su un lettino. Insomma, sembra che questa modalità sia adatta sia alla mamma sia al bambino, perché regala benefici a entrambi.
Giorgia Andretti