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La cura del cordone ombelicale

cura del cordone ombelicale
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Il cordone ombelicale è la struttura a forma di tubo che trasporta cibo e ossigeno dalla madre al bambino durante la gravidanza. Inoltre trasporta i prodotti di scarto lontano dal bambino in modo che il corpo della madre possa liberarsene. Immediatamente dopo il parto, il ginecologo taglia il cordone ombelicale, essendo privo di terminazioni nervose, né la mamma né il ambino sentiranno dolore. Sulla pancia del bambino verrà lasciato un piccolo moncone, circa 3 – 5 cm. e di colore giallo. Con il passare dei giorni può diventare marrone o grigio o addirittura violaceo o blu. Avvizzirà e diventerà nero prima di cadere da solo. Di solito questo processo può durare tra i 10 e 14 giorni dopo la nascita del bambino, ma può richiedere anche fino a 21 giorni.

Come eseguire una corretta medicazione

  • Preparare sul fasciatoio tutto l’occorrente: garze sterili, retine tubolari e disinfettante. Quest’ultimo può essere liquido: acqua ossigenata a 12 volumi, alcool denaturato a 70°,  clorexidina al 4% o in comode confezioni spray che contengono principi attivi che favoriscono la cicatrizzazione.
  • Dopo aver ben lavato le mani con acqua e sapone, usare una garza sterile imbevuta di disinfettante per pulire l’attaccatura del moncone ombelicale. E’ sconsigliato l’uso di cotone idrofilo per non correre il rischio che qualche residuo rimanga attaccato alla ferita. Con una mano alzare il cordone e con l’altra passare la garza su tutto il moncone. Quindi asciugare accuratamente con una garza pulita. Questa semplice manovra serve per pulire bene la pelle ed evitare infezioni. Il moncone è privo di sensibilità, se il piccolo piange durante la medicazione non per effetto del disinfettante o del dolore, ma solo perché infastidito dal contatto con l’alcool, che è freddo.
  • Con una garza avvolgere il cordone ombelicale compiendo più giri in modo da assicurare la massima protezione al moncone. Prendere un’altra garza e senza piegarla, porla con cura sopra il cordone avvolto.
  • Quindi per fissare la medicazione all’addome del piccolo, utilizzare una retina elastica tubolare, tagliata precedentemente all’altezza di circa 5 centimetri, facendola passare dalle gambe del neonato e allargandola poi con le mani per tenere fermo il tutto fino alla prossima medicazione.
  • Infine mettere il pannolino facendo attenzione che non stringa troppo sulla medicazione e rivestire il piccolo.
  • Una volta caduto il moncone ombelicale, per quanto riguarda la cura della ferita ombelicale, è sufficiente passarvi sopra una garza imbevuta di disinfettante e dopo che si è asciugata, coprirla con una garza asciutta che la separi dal pannolino.

La frequenza della medicazione


La medicazione del moncone ombelicale può essere effettuata ad ogni cambio del pannolino e comunque almeno tre volte al giorno. E’ consigliabile effettuare una detersione locale della zona come suggerito sopra, ed evitare di fare il bagnetto completo al piccolo fino alla caduta del moncone e alla completa cicatrizzazione della ferita ombelicale. L’acqua infatti rallenterebbe il processo di essiccazione e quindi la caduta del moncone.

I piccoli difetti dell’ombelico

L’attaccatura del moncone alla pelle dell’addome, cioè il punto in cui il residuo del cordone ombelicale deve staccarsi, si determina soprattutto su base genetica. Se però la pelle che dovrebbe formare l’ombelico è troppo abbondante, non si introflette per intero all’interno dell’ombelico e si ha una protuberanza cutanea, si ha una forma anomala dell’ombelico, detta ombelico cutaneo. Questo determina solo un danno estetico, che si può correggere con un intervento chirurgico. La situazione opposta a quella appena descritta, cioè la pelle, anziché essere abbondante, è così scarsa da non essere sufficiente a formare il fondo dell’ombelico, dà vita invece all’ombelico amniotico, che risulta piatto e poco infossato rispetto alla superficie dell’addome.

Quando rivolgersi al pediatra

In casi molti rari, il distacco del cordone ombelicale può provocare la comparsa di infiammazioni o di infezioni. Se si notano arrossamenti accentuati sulla pelle intorno all’ombelico, secrezioni giallastre alla base del moncone o rigonfiamento dell’ombelico stesso che aumenta quando il neonato piange, tossisce o fa uno sforzo, ernia ombelicale, ritardo nel distacco del moncone ombelicale, oltre cioè le 4 settimane di vita, è bene non fare di testa propria, ma chiedere consiglio al pediatra, il quale, una volta verificato il tipo di disturbo, prescriverà la cura più adatta.

Rossi Lina

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