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Bambini, giochi all’aperto sì, ma a piccoli gruppi

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È inutile nasconderlo: questa del 2020 sarà un’estate diversa, sarà la figlia delle conseguenze legate all’emergenza coronavirus. I genitori avranno il non facile compito di rassicurare ma al tempo stesso di rendere consapevoli i bambini più piccoli della necessità di essere prudenti, per difendere sé stessi e gli altri. Impresa ardua, considerato che per i bambini estate è sinonimo di libertà e assenza di regole. In aiuto alle famiglie accorrono i pediatri della SIP, proponendo regole salva gioco per assicurare al tempo stesso divertimento ai bambini e garantire la sicurezza necessaria.

Sì giocare all’aperto, ma in piccoli gruppi

La vita sociale è ammessa in piccoli gruppi.  L’ideale è incontrarsi sempre gli stessi amichetti in modo da ridurre così la possibilità che vi sia qualcuno portatore del virus. In questo senso si chiede la comprensione e la collaborazione dei genitori: se normalmente è bello e giusto giocare tutti insieme e accogliere un nuovo amico nel gruppo, per quest’anno sarà necessario prestare più attenzione. Sì anche agli incontri in spazi privati, in giardino o in terrazzo i piccoli potranno anche dedicarsi a pranzi al sacco e merende in sicurezza. Importante è non trascurare l’igiene delle mani: ogni volta che sarà possibile le manine dovranno essere lavate con acqua e sapone e disinfettate con un po’ di gel idroalcolico, presidio che il bambino dovrà imparare a tenere sempre con sé. La distanza sociale è la seconda regola non modificabile, mai più vicini di un metro, ai ragazzi deve essere insegnato il valore della protezione di se stessi e degli altri.

Il caldo come fattore di protezione

Stare all’aperto, con la temperatura più elevata, con il clima caldo e secco, rende più difficile la trasmissione del droplet, ovvero le goccioline di saliva emesse con il parlare. Al mare, tra gli ombrelloni le distanze possono essere rispettate, ma un bambino può giocare sul bagnasciuga con gli amici. Occorrono equilibrio e buon senso: non ci di deve dimenticare il rischio infettivo, ma è anche necessario salvare le relazioni con gli altri. Sarà necessario far capire al bambino la regola di non portare le mani in bocca se si sono toccate troppe cose e di non stropicciarsi troppo gli occhi. La mascherina dovrà essere indossata se il gioco prevede una vicinanza troppo ravvicinata: un metro. I pediatri della SIP per le vacanze promuovono la montagna, i grandi spazi aperti sono l’ideale per i bambini, ovviamente una vacanza in montagna deve piacere a tutta la famiglia.  I centri estivi, per chi resta in città, sono un’ottima alternativa, i gestori sono obbligati alla messa in opera di tutte le regole nel rispetto della prevenzione. .

L’uso della mascherina è sicuro

La SIP conferma: i bambini sani che indossano la mascherina chirurgica per più ore al giorno non rischiano né la carenza di ossigeno né la morte per ipossia. Per quello che riguarda l’uso delle mascherine.  La mascherina, inoltre, non indebolisce il sistema immunitario e non altera la flora intestinale. I pediatri evidenziano che l’uso prolungato della mascherina nei bambini non porta ad alcalosi, in quanto la quantità della propria anidride carbonica respirata da un bambino sano che indossa la mascherina chirurgica è pressoché impercettibile. La mascherina chirurgica previene il diffondersi delle infezioni e va portata dai bambini per evitare la trasmissione del coronavirus tra soggetti asintomatici. Secondo gli esperti non ci sono evidenze scientifiche in letteratura che documentino che un corretto utilizzo della mascherina possa comportare un’alterazione della flora batterica o disbiosi intestinale. Non tutti i piccoli la devono indossare: ne sono esentati i piccoli sotto i due anni e i bimbi affetti da disabilità non compatibile con un uso prolungato mascherina.

Lina Rossi

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