Vino, castagne, mele tè e pereroncino: prosegue il nostro viaggio tra i musei dedicati all’alimentazione
Prosegue l’appuntamento con i musei del cibo che ci porterà alla scoperta anche del territorio a cui il museo è legato, come avviene per molti musei del vino, o per quello delle mele e della castagna. Si tratta di musei con una forte vocazione didattica, nei quali sarà interessante scoprire anche la storia delle suppellettili che l’uomo ha realizzato per utilizzare e conservare al meglio questi cibi, storia che spesso coincide anche con la vicenda artistica, passata a e presente.
I musei del vino
Numerosissimi sono in Italia i musei del vino che offrono la possibilità di ripercorrere l’intero ciclo produttivo di questa bevanda dalla coltivazione della vite all’invecchiamento nelle botti. Gli oggetti conservati in questi musei sono molto vari, dai più poveri ai più raffinati, e testimoniano la storia della pianta di vite e del suo frutto che fornisce all’uomo questa antichissimo nettare dai più svariati usi..
Tra i più importanti è il Museo del vino di Torgiano, in provincia di Perugia, aperto al pubblico nel 1974 e gestito dalla Fondazione Lungarotti. Il percorso museale, sviluppato lungo venti sale, propone oltre 2800 manufatti. Sono esposti reperti archeologici, attrezzi e corredi tecnici per la viticoltura e la vinificazione, contenitori vinari in ceramica di età medioevale, rinascimentale, barocca e contemporanea. Non mancano incisioni e disegni dal XV al XX secolo, edizioni colte di testi su viticoltura ed enologia, manufatti di arte orafa, tessuti ed altre testimonianze di “arti minori” che documentano l’importanza del vino nella cultura attraverso i secoli. Un’intera sezione, ad esempio, è dedicata al vino come medicina.
Informazioni: Tel. 075.98.80.200
www.lungarotti.it
In Alto Adige a Caldar, in provincia di Bolzano, sulla “Strada del Vino” sorge fin dal 1955 il primo Museo enologico a sud delle Alpi. La visita a questo museo aiuta a capire il significato del vino per la cultura popolare dell’Alto Adige.
Informazioni: Tel.0471.96.31.68
Il Museo del vino di Brescia conserva materiali provenienti da molti paesi, relativi alla viticoltura, all’enologia e all’iconografia enoica, dal Cinquecento al Novecento. Sono esposti attrezzi per l’impianto e la cura dei vigneti e una delle più importanti collezioni del mondo di cavatappi d’epoca. Inoltre sono esposte bottiglie in vetro e porcellana, bicchieri, sottobottiglie, forbici per uva da tavola, ceramiche, tastevins, stoppers e moltissimi altri oggetti dei settore vinicolo. A fianco delle varie attrezzature destinate alla lavorazione vitivinicola si troveranno incisioni, editti, stampe e cartoline.
Informazioni: Tel. 030.21.20.975
Il Museo del vino di Montecucco, in provincia di Grosseto, privo di barriere architettoniche per i portatori di handicap, offre anche percorsi audio per non vedenti. Nelle bacheche sono conservati gli oggetti storici e caratteristici utilizzati per la produzione dell’uva e del vino rinvenuti nelle campagne circostanti. Un esempio è costituito dalle forbici per la potatura delle viti, o per la raccolta dell’uva, dagli utensili per i trattamenti dei vigneti come la pompa per la distribuzione del rame, oppure da tappatrici in legno per le bottiglie e da cavatappi. Da segnalare un pigiauva del 1700 realizzato completamente in legno di quercia.0
Informazioni: Tel. 0564.95.43.08
www.stradadelvinomontecucco.com
Il museo della castagna
A Ortignano-Raggiolo, in provincia di Arezzo, il Museo della castagna è un “ecomuseo” dedicato alla pianta più diffusa in quel territorio e che dal medioevo ha avuto un’importanza fondamentale per la sopravvivenza delle popolazioni locali grazie all’uso polivalente che se ne fece. Adatta a trarre carbone dal suo legno, grazie al quale si realizzano anche mobili, è stata per lungo tempo proprio per merito del suo frutto fonte di sostentamento per la farina che se ne ricavava. Le sezioni del museo hanno lo scopo di illustrare soprattutto la raccolta e l’uso alimentare della castagna in modo che i visitatori siano in grado di riconoscere poi sul territorio quanto descritto nel museo e di cogliere il significato e l’utilità di luoghi come l’essiccatoio ed il mulino. Gli attrezzi rudimentali per la raccolta e le modalità d’uso, unitamente ai metodi di essiccazione, sono stati ricostruiti nel focolare in cui si cucinano semplici piatti con la farina di castagne.
Informazioni: tel.0575-539214.
www.ortignano-raggiolo.net
Il museo delle frutticoltura
Il Alto Adige, nel comune di Lana, in provincia di Bolzano, si trova un interessante Museo delle frutticoltura inaugurato nel 1990. Il museo, che ospita una vasta documentazione dello sviluppo storico e della situazione attuale della frutticoltura in quell’area, si estende su circa 2000 mq. di un edificio medievale. Vi sono conservati ed esposti documenti ed oggetti, come ad esempio una campana contro il maltempo o la ricostruzione di una cucina di frutticoltori nel XIX secolo, che testimoniano la vita domestica, gli usi ed i costumi della vita contadina.
Informazioni: Tel. 0473.56.4 87;
www.obstbaumuseum.it
Il museo del parmigiano
Nutriente, ricco di calcio e buono per grandi e bambini, anche il parmigiano ora ha un museo interamente dedicato, a Soragna, in provincia di Parma. Il Museo del parmigiano è stato allestito in un antico “casello” dei primi dell’800, il vecchio caseificio del principe Meli Lupi, che è stato appositamente restaurato e dotato di tutta l’attrezzatura necessaria per la produzione del formaggio, esattamente come si svolgeva nel XIX secolo. La visita al museo sarà l’occasione per scoprire la storia di questo alimento dalle origini ad oggi. Grazie ai pannelli didattici ed agli strumenti ed utensili esposti, i visitatori avranno modo di conoscere le fasi della sua lavorazione, la storia della sua immagine e della commercializzazione e perfino in quale modo è stato utilizzato in cucina nei secoli scorsi. Sarà loro offerta, inoltre, una degustazione di diverse stagionature.
Informazioni: Parma Turismi Tel. 0521.22.81.52
www.museidelcibo.it
Tè e peperoncino: i musei più originali
A Raddusa, in provincia di Catania, al Museo nazionale italiano del Tè gli estimatori di questo infuso potranno conoscere tutti i segreti per la sua preparazione e la cultura delle differenti nazioni in cui si fa uso di questa bevanda .
Si possono trovare bollitori, ceramiche, teiere della città di Yixing e abiti dei servitori provenienti da tutto il mondo orientale. Si svolgono, inoltre, dei corsi studio annessi alla piantagione di tè del Museo.
Informazioni: tel. 095. 66.21.93
www.casadelte.it
Anche il Museo del Peperoncino, infine, che si trova in Calabria, nel Palazzo Ducale di Maierà , in provincia di Cosenza, pur conservando uno degli alimenti meno adatti ai più piccoli potrà incuriosire i visitatori. Che scopriranno oltre a ben 150 varietà di peperoncini provenienti da tutto il mondo, anche che dal peperoncino si traggono profumi, lavande, bagni schiuma e numerosi oggetti d’uso quotidiano ispirati a questa pianta.
Informazioni: Tel. 0985-81130.
Elena Paloscia