L’uso di cannabinoidi non è privo di rischi per la salute

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L’uso di cannabinoidi non è privo di rischi per la salute

cannabis e malattie cardiache

Jeffrey Kuvin MD, senior vice presidente di Cardiologia del North Shore univerty hospital è particolarmente preoccupato per i giovani che credono che la cannabis sia innocua. Purtroppo gli effetti della marijuana sul cuore potrebbero non essere visti per anni, c’è un grande rischio potenziale per malattie cardiache, problemi polmonari e altri danni fisici se viene usato su base cronica. Questo è quanto ha sostenuto il cardiologo al congresso tenutosi a New Orleans.

La ricerca suggerisce un legame tra cannabinoidi e cuore

Oggi sappiamo, in base alla ricerca portata avanti dal dott. Ishan Paranjpe, MD della  Stanford University, California, che fumare erba è tutt’altro che benigno: fumare ogni giorno potrebbe aumentare le probabilità di malattie cardiache. L’aumento del rischio non è insignificante. I consumatori giornalieri di marijuana hanno circa un terzo in più di probabilità di sviluppare malattie coronariche, rispetto alle persone che non hanno mai usato la droga, a sostenere questa tesi sono ovviamente i ricercatori. I dati utilizzati per la realizzazione dello studio non hanno fatto distinzioni tra le varie forme di consumo di cannabis, ovvero se la droga è stata fumata o consumata in altre forme. Per lo studio è astato utilizzato il programma di ricerca All of Us degli U.S. National Institutes of Health, per raccogliere dati sulla salute e le abitudini di 175.000 persone e sul loro consumo di marijuana ed hanno utilizzato un approccio basato sulla genetica chiamato randomizzazione mendeliana con i dati di un gruppo genetico indipendente.

Risultati della ricerca sostengono che…

Dopo aver preso in considerazione l’età, il sesso e i principali fattori di rischio per le malattie cardiache, i ricercatori hanno scoperto che i consumatori di cannabis avevano il 34% in più di probabilità di avere malattie cardiache rispetto a coloro che non avevano mai provato la marijuana.  Si è scoperto inoltre che l’uso di cannabis era associato a livelli più elevati dei grassi nel sangue: trigliceridi e colesterolo LDL, il colesterolo cattivo, oltre a un indice di massa corporea più elevato. Altri studi hanno suggerito che il tetraidrocannabinolo – THC – l’ingrediente della marijuana che produce gli effetti psicoattivi, agisce sui recettori presenti nel sistema nervoso centrale, nel cuore e nei vasi sanguigni. Il THC quindi nei vasi sanguigni può produrre infiammazione e l’accumulo di placca ateromasica, la responsabile in parte delle malattie cardiache.

Rossi Lina

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