La questione della gravidanza surrogata è complessa e coinvolge considerazioni etiche, legali ed emotive. Uno degli aspetti più delicati a cui nessuno presta attenzione, è l’impatto psico-biologico sul neonato, che è indubbiamente centrale nel dibattito. Il mio rifiuto della gravidanza surrogata si basa prioritariamente sulla preoccupazione per la separazione precoce tra il neonato e la madre surrogata, un legame che inizia con l’impianto dell’ovulo fecondato e per tutta la gestazione, giocando un ruolo fondamentale nello sviluppo del bambino.
Quando un bambino nasce, ha già trascorso circa otto mesi della vita intra-uterina ascoltando il rassicurante battito cardiaco della madre surrogata e familiarizzando con la sua voce. Questi suoni e sensazioni rappresentano i primi elementi di conforto e sicurezza per il neonato. Inoltre, il liquido amniotico che ha avvolto e protetto il bambino, è carico di odori e sapori della madre surrogata, gettando le basi che favoriscono il legame biologico ed emozionale tra il bambino e la madre gestante. Privare un neonato di questi riferimenti immediatamente dopo la nascita significa interrompere bruscamente un processo di attaccamento naturale che contribuisce alla formazione della sua sicurezza e benessere emotivo. Nel mio primo libro – GuidaGenitori.it ho raccontato lo sviluppo della piccola Megan a partire dal suo concepimento. Ho preso in considerazione lo sviluppo della sensorialità oltre che della fisicità, conoscere i tempi ed il successivo proseguo dello sviluppo, è importante per il futuro di ogni bimbo. Gli organi di senso determinanti per il sano sviluppo sono: il contatto epidermico, l’olfatto, il gusto e l’udito solo la vista inizia dopo la nascita.
La teoria sottolinea quanto siano importanti i primi legami tra il bambino e la figura materna per lo sviluppo psicologico e sociale. Separare un neonato dalla madre surrogata alla nascita potrebbe influire negativamente sulla sua capacità di creare legami sicuri nel futuro, con ripercussioni che possono manifestarsi durante l’infanzia, l’adolescenza e persino nell’età adulta. Queste persone potrebbero affrontare difficoltà emotive e psicologiche, affrontando un costo alto che potrebbero pagare per tutta la vita. Inoltre, è importante considerare il punto di vista della madre surrogata. Il processo di gestazione non è solo una questione biologica, ma anche un’esperienza che implica connessioni emotive profonde. Ogni madre porta dentro di sé un legame naturale con il bambino che ha cresciuto nel suo grembo. Sebbene la madre surrogata possa essere consapevole e d’accordo con la separazione alla nascita, non si possono trascurare i potenziali effetti emotivi che i neuromodulatori cerebrali possono attivare di questa separazione per entrambe le parti coinvolte.
In conclusione, la mia opposizione alla gravidanza surrogata è radicata nella preoccupazione per il benessere del bambino, è lui ed il suo futuro che dovrebbe rimanere al centro di ogni discussione etica e pratica relativa a questa complessa questione. I legami instaurati durante la gestazione non possono essere facilmente ricreati o trascurati, e le implicazioni di una separazione precoce meritano una considerazione profonda e rispettosa.
Inizio modulo
Dott.ssa Rosalba Trabalzini
Medico psichiatra, psicoterapeuta CBT, Laureata in Psicologia Clinica
Il Covid-19 ha colpito al cuore anche l’economia, tutto si è fermato, pubblicità compresa, l’unica forma di sostentamento per fare e diffondere l’informazione medico-scientifica, obiettivo principale di Guidagenitori.it
I nostri giornalisti, tecnici informatici e tutti gli altri operatori che sorreggono il giornale, continuano a svolgere regolarmente il lavoro per offrire gratuitamente i servizi editoriali, nonostante le difficoltà economiche. Ecco perché il vostro contributo è prezioso.