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Singulto, è frequente nei neonati

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È definito anche singhiozzo ed è uno spasmo involontario. Lo provoca il bolo di latte nell’esofago che stimola il nervo frenico provocando la contrazione del diaframma.

Il bimbo sta bene, dorme tranquillamente e mangia con molto appetito. Eppure, dopo la poppata, viene colto di frequente dal singhiozzo. Si tratta di un piccolo disturbo del tutto innocuo, tipico dell’organismo sano del piccolo, come il rigurgito, lo starnuto, i tremori improvvisi, i piedini freddi. Se si ripete con una certa frequenza, tuttavia, è bene intervenire per farlo passare prima.

Perché capita dopo la poppata
Il singhiozzo, detto anche singulto,è il risultato di uno spasmo involontario ripetuto del diaframma, seguito dalla chiusura della glottide. In questo modo viene bloccato il passaggio dell’aria, con la successiva produzione del caratteristico suono. La contrazione del diaframma viene stimolata dall’irritazione del nervo frenico. Questo riceve uno stimolo improvviso, come avviene quando lo stomaco tenta di liberarsi dal cibo o dai succhi gastrici e trasmette la contrazione al diaframma. In genere il fenomeno si manifesta dopo la poppata. Il latte, infatti, passa dalla bocca allo stomaco attraverso l’esofago che collega i due organi. Il passaggio è regolato da una valvola, il cardias, che si apre quando passa il cibo per poi richiudersi subito dopo. E’ sufficiente che un piccolo rigurgito di latte torni nell’esofago per stimolare il nervo frenico scatenando i sussulti. La causa di tutto ciò è proprio la conformazione che hanno lo stomaco e l’esofago dei bambini piccoli, che è diversa da quella degli adulti. Nelle persone adulte, infatti, il punto di unione tra stomaco ed esofago è collocato in corrispondenza del diaframma. La valvola cardias è incompleta perché è il diaframma stesso a garantirne la chiusura perfetta. Nel neonato, invece, il diaframma si trova più in alto rispetto al cardias e di conseguenza non riesce a tenerla ben chiusa. Ecco perché dopo la poppata il bimbo è spesso soggetto a piccole scosse improvvise che coinvolgono il capo, le spalle e il busto. Ogni sussulto dura una frazione di secondo, per ripresentarsi dopo un intervallo di circa 10 secondi. In genere l’episodio dura solo qualche minuto e si risolve spontaneamente.

Un disturbo che inizia già nel pancione
Il singhiozzo è un disturbo addirittura antecedente alla nascita: le ecografie mostrano infatti che i piccoli cominciano a “sussultare” prima ancora di venire al mondo. Durante gli ultimi mesi di gravidanza, la mamma stessa può avvertire nel pancione una leggera scossa che si ripete e si sussegue ad intervalli regolari e non sempre immagina che si tratti del singhiozzo del piccolo in arrivo. Gli specialisti non hanno ancora chiarito per quale motivo il disturbo si presenti anche nel ventre materno, ma è certo che un piccolo soggetto al singhiozzo prima di venire al mondo, continuerà manifestare questo lieve inconveniente durante il primo mese di vita. I pediatri hanno notato che il singhiozzo tende a presentarsi con una maggiore frequenza nei bimbi un po’ “ingordi”: quando si mangia troppo in fretta, infatti, lo stomaco si distende e il cardias si apre un po’, lasciando uscire aria che risale e provoca il singhiozzo. Anche i bimbi nervosi, che sono spesso soggetti a crisi di pianto, rischiano il singhiozzo più dei neonati tranquilli: durante il pianto, infatti, vengono ingurgitate grandi quantità d’aria.

I rimedi che lo fanno passare
Mamma e papà non devono preoccuparsi, perché il singhiozzo non disturba il bimbo e, nella maggior parte dei casi, cessa spontaneamente. Tuttavia, se lsi presenta con una certa frequenza o non si attenua nel giro di venti minuti, si può ricorrere a piccoli “trucchi”: rimedi tradizionali, dolci ed efficaci, che bloccano i singulti. Un buon rimedio è far bere al piccolo qualche sorso d’acqua fredda con un cucchiaino o con il contagocce. Solleticando il naso del bimbo si può provocare uno starnuto che, nella maggior parte dei casi, fa sparire il singhiozzo. Lo starnuto infatti fa distendere il diaframma, la membrana che con le sue contrazioni involontarie provoca il disturbo. Anche attaccare il bebé al seno aiuta a fargli passare il singhiozzo: infatti le narici vengono tappate dalla mammella e l’aria non entra. Il metodo non è altrettanto valido con il poppatoio, perché lascia passare l’aria, a meno che non si scelgano tettarelle studiate nella forma antisinghiozzo. Meglio, invece, evitare di chiudere con le dita le narici del piccolo: questo sistema, molto efficace con gli adulti, provoca nel bebé un malessere che può innervosirlo. Per aiutare a far passare il singhiozzo, è bene tenere il bimbo in posizione verticale massaggiandogli la schiena, oppure supino sulle ginocchia e cullarlo con dolcezza.

 

Sahalima Giovannini

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