Il singhiozzo irrefrenabile nei neonati è frequente, come farlo passare

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Il singhiozzo irrefrenabile nei neonati è frequente, come farlo passare

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Il singhiozzo nel bambino molto piccolo è probabilmente dovuto all’immaturità dell’apparato digerente. Non provoca fastidio al bambino e in genere scompare da solo ma, se si prolunga, la mamma può ricorrere a qualche piccolo trucco per farlo passare in fretta. I genitori possono stare tranquilli, perché il bimbo non è infastidito in alcun modo dai piccoli sussulti. Spesso infatti riesce anche a prendere sonno pur avendo il singhiozzo e, addormentandosi, i singulti si placano. Per i piccoli, insomma, il singhiozzo è un fatto normale, tipico della primissima infanzia, esattamente come i piedini freddi, i rigurgiti e i tremori improvvisi. Quindi, se il bimbo ha frequenti crisi di singhiozzo ma è in buona salute e ha appetito, dorme e sporca il pannolino, significa che tutto è nella norma.

I trucchi per farlo passare
Per far passare il singhiozzo può essere utile far bere al piccolo qualche sorso di acqua bollita e lasciata intiepidire, va somministrata con un cucchiaino o con il contagocce. Anche lo starnuto aiuta: proviamo a solleticare il naso del bimbo. Lo starnuto infatti fa distendere il diaframma, il muscolo con le sue contrazioni involontarie provoca il disturbo. Attaccare il bebé al seno aiuta a fargli passare il singhiozzo: infatti le narici vengono tappate dalla mammella e in questo modo il piccolo non ingerisce aria. Il metodo non è altrettanto valido con il biberon, perché questo strumento lascia passare l’aria, a meno che non si scelgano tettarelle studiate nella forma antisinghiozzo. Meglio, invece, evitare di chiudere con le dita le narici del piccolo: questo sistema, molto efficace con gli adulti, provoca nel bebé un malessere che può innervosirlo. Attenzione invece al succo di limone: questo agrume contiene infatti acido ascorbico: stimola le terminazioni nervose coinvolte nel meccanismo del singhiozzo, attenuandone il disturbo. È bene tuttavia non utilizzare questo rimedio quando il piccolo ha meno di nove mesi: prima di questa età, infatti, può verificarsi una reazione allergica al limone.

Quando rivolgersi al pediatra
Verso l’anno-anno e mezzo di vita, gli episodi di singhiozzo tendono progressivamente a ridursi e a presentarsi occasionalmente, come succede per gli adulti, dopo un pasto un po’ affrettato o una risata. Se, però, anche a questa età le crisi di singhiozzo sono frequenti, infastidiscono il piccolo e gli impediscono, soprattutto, di alimentarsi bene e di riposare, è il caso di segnalare il fatto al pediatra. Il singhiozzo persistente, che dura ore e ore e non si risolve nonostante i – trucchi – segnalati sopra, può essere il sintomo di un problema più serio, sicuramente curabile, va però diagnosticato e affrontato nel modo appropriato. Questo tipo di singhiozzo può essere dovuto a ingestione di un corpo estraneo, come un sassolino, una moneta, un piccolo oggetto, oppure anche a una forma di intossicazione, se il piccolo ha inalato o ingerito una sostanza irritante per le vie respiratorie e digestive che ha causato irritazione dell’esofago. Il pediatra sottopone il piccolo a una visita accurata per individuare la causa del problema e proporre il rimedio più adatto: dall’eliminazione della causa, in caso di ingestione di un corpo estraneo, a un semplice intervento chirurgico nel caso dell’esofagite che può avere creato aderenze tra le pareti dell’esofago. Anche i farmaci possono essere efficaci. È bene comunque ricordare che si tratta di casi molto rari e che il singhiozzo è quasi sempre un disturbo del tutto innocuo.

Lina Rossi

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