Le allergie di tutti i tipi, comprese quelle al veleno di api, vespe e calabroni, sono in aumento. L’unico rimedio veramente efficace per la loro manifestazione estrema, ossia lo shock anafilattico, è il dosatore auto iniettante all’adrenalina, detto anche – penna o stick. Eppure, solo il 20% della popolazione allergica italiana porta con sé il dispositivo e una persona su 4 non sa come utilizzare il farmaco. Gli esperti ne hanno parlato a Bologna, a conclusione del 28° Congresso Nazionale della SIAAIC, Società Italiana Allergologia, Asma ed Immunologia Clinica.
Anche i bambini devono imparare
In merito all’uso del dispositivo c’è poca informazione e molta disinformazione. Sarebbe importante che le persone conoscessero le forme leggere e iniziali di reazione allergica, per esempio agli alimenti e ai farmaci, che possono essere un preludio ad una reazione più grave quando ci si imbatte nuovamente nello stesso alimento o farmaco. E’ importante, quindi, riconoscere e capire l’angioedema, i dolori addominali, le alterazioni intestinali, l’orticaria, e fare una valutazione allergologica per capire se si tratta di persone a rischio. Inoltre, è essenziale che la persona allergica impari a utilizzare l’autoiniettore dell’adrenalina: questo obiettivo è prioritario e dovrebbero essere utilizzati programmi mirati ed efficaci utilizzando la simulazione, metodica efficace per acquisire confidenza con la situazione critica. È essenziale che anche i bambini, fin dai primi anni, si rendano conto dell’importanza del saper utilizzare in modo autonomo l’autoiniettore, imparando a riconoscere i sintomi. Oggi i dispositivi sono semplici da usare anche per i più giovani: l’importante è portarli sempre con sé: è inutile, per esempio, lasciare il dispositivo in auto quando si fa a fare un pic nic in campagna e si potrebbe essere preda di uno shock anafilattico per un alimento o la puntura di una vespa.
Le cinque regole per non sbagliare
Quando si rischia lo shock anafilattico o si pensa di averlo in corso bisogna:
• Chiamare il 118, soprattutto se ci si trova da solo quando si verifica l’anafilassi o in posti remoti – alta montagna o luoghi isolati. L’intervento del soccorso avanzato può essere cruciale soprattutto se il soggetto allergico non è stato precedentemente istruito all’utilizzo dell’autoiniettore di adrenalina;
• Mantenere la calma: facile a dirsi e non a farsi, ma se si resta tranquilli si riesce a mantenere la lucidità necessaria, per autosomministrarsi correttamente l’autoiniettore dell’adrenalina;
• Mantenere la posizione che si considera più comoda: non è necessario che la persona sia stesa supina nel caso in cui il sintomo maggiore sia la difficoltà respiratoria. Al contrario, in caso di sensazione di svenimento, è necessario sdraiarsi e sollevare le gambe di 30-40 gradi;
• Non bere e non mangiare: una delle reazioni tipiche classiche di fronte a qualcuno che si sente svenire è quella di somministrare liquidi per bocca (acqua o altro). E’ invece vitale che la vittima di uno shock anafilattico, dal momento che inizia a stare male, non assuma nessun cibo solido o liquido per bocca perché non può trarre nessun beneficio e anzi lo espone, in caso di perdita di coscienza, al rischio concreto di inalazione di materiale gastrico;
• Seguire il consiglio dei sanitari nella gestione immediata dello shock, come la necessità di ricovero in ospedale, ma soprattutto, una volta superata la fase acuta, nelle raccomandazioni diagnostiche e terapeutiche volte a definire bene il rischio allergico ed a prevenire reazioni severe in futuro.
Giorgia Andretti