Insegnare ad attraversare la strada è uno dei tanti modi per proteggere i piccoli

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Insegnare ad attraversare la strada è uno dei tanti modi per proteggere i piccoli

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In un mondo perfetto, gli automobilisti sono attentissimi ai pedoni e si fermano sempre avvicinandosi alle strisce pedonali. Sappiamo bene, però, che il nostro mondo è tutt’altro che perfetto e che quindi è essenziale affidarsi prima di tutto alla responsabilità di ciascuno di noi, fin da quando si è piccoli. Il discorso vale ovviamente per i nostri bambini: secondo uno studio canadese, infatti, i genitori sono troppo ottimisti nelle capacità dei loro figli di attraversare la strada. Questo espone i più piccoli a comportamenti a rischio. Il momento giusto per attraversare la strada, infatti, è quando le auto sono ben lontane, in modo che abbiano tutto il tempo di frenare. Meglio ancora sarebbe farlo dopo che ci si è assicurati che i veicoli sono ben fermi per noi. Invece, i bambini tendono a farlo anche quando le macchine in arrivo sono già troppo vicine. In esperimenti al pc i bambini sono stati investiti da macchine virtuali il 6% delle volte e cioè una volta ogni 18 attraversamenti.

Bambini troppo disinvolti sulla strada
La rivista Injury Prevention ha pubblicato i risultati di uno studio condotto su 139 bambini e i rispettivi genitori dalla psicologa Barbara Morrongiello dell’università di Guelph in Canada. L’esperta ha usato la realtà virtuale in 3D per vedere quanti bambini di diverse età siano in grado di scegliere il momento adatto per attraversare la strada. Soprattutto i più piccoli, tendono ad attraversare anche quando le vetture in corsa sono vicine, anche se la macchina è in media a tre secondi di distanza. Nella simulazione, i bambini sono stati investiti dalle macchine virtuali il 6% delle volte. Dallo studio emerge che il genitore sovrastima la capacità del bambino di attraversare. Fino a una certa età, di solito intorno agli 8-9 anni, il bambino non ha ancora sviluppato tutte le capacità cognitive necessarie ad attraversare. Questo è un compito molto complesso e richiede una idonea percezione della velocità delle auto in arrivo, della distanza e una adeguata percezione delle relazioni spazio-tempo oltre che della occlusione della visuale, cioè di capire se ci sono ostacoli alla visione come auto parcheggiate o una curva vicina da cui sbucano auto. Inoltre, i bambini soprattutto di sesso maschile hanno una ridotta percezione del pericolo e una forte propensione alla novità e all’autonomia.

Imparare il comportamento prudente
È quindi bene ricordare che, fino ai dieci anni circa, un bambino dovrebbe essere accompagnato nell’attraversare le strade, almeno quelle più trafficate e che richiedono una certa attenzione. A questa età, può provare a circolare da solo nelle zone che conosce meglio, negli incroci regolati da semafori e sulle strade dove non circolano troppi veicoli. È bene comunque iniziare molto prima ad abituare i figli a diventare buoni cittadini della strada. Fin dai sei anni, quando iniziano a rendersi conto della realtà che li circonda, è essenziale dare il buon esempio, che poi sarà imitato: attraversare solo sulle strisce pedonali, solo al semaforo verde anche se non ci sono auto in vista e non passare dietro ad auto in retromarcia, sono alcune semplice regole che i bambini devono far proprie da subito. Più tardi potranno fare le prime esperienze da soli, eventualmente con i genitori poco distanti che controllano il comportamento dei figli sulla strada. Il discorso vale ancora di più se un bambino gira in bicicletta: in questi caso la velocità accorcia i tempi di reazione ed è necessario essere particolarmente prudenti e pronti di riflessi.

Giorgia Andretti/b>

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