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Bambini: Covid-19 e Kawasaki

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I pediatri della Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale – SIPPS – sono concordi: è scorretto, oltre che molto pericoloso, sostenere che i bambini non si infettino di Covid-19. Si tratta di una informazione sbagliata e che non deve essere diffusa, perché può comportare una gestione imprudente dei piccoli, affidandoli magari ai nonni che, in quanto più anziani, sono quelli più esposti alle complicanze della malattia.

Rischi ancora poco noti

Non si deve dimenticare che negli ultimi due mesi i bambini hanno interrotto la frequenza scolastica e di fatto sono isolati dalla restrizione. Questo ha fatto diminuire drasticamente i contagi di tutte le malattie infettive, ma bisognerà valutare attentamente la diffusione del virus nel momento in cui si allenteranno queste misure protettive. Nei bambini il Covid-19 compare spesso sotto forma asintomatica o con una sintomatologia lieve. Non sviluppano la malattia in modo grave come negli adulti, o come quegli adulti che presentano delle malattie croniche, ma sembra che alcuni bambini affetti da COVID possano sviluppare la malattia di Kawasaki, complicanza temibile e che necessita di terapie importanti e rapide. È insomma essenziale in questa fase, in cui il virus è ancora in parte sconosciuto, non sottovalutare nulla e soprattutto non mettere a rischio la salute delle persone, soprattutto quella delle persone anziane o con patologie croniche. I bambini quando vanno io visita ai nonni devono indossare la mascherina e tenere la distanza di sicurezza.

Malattia di Kawasaki, una possibile complicanza

La malattia di Kawasaki è una vasculite, cioè una malattia dei vasi sanguigni, che colpisce maschi e femmine soprattutto nella prima infanzia, divenendo rara dopo i sei anni. Poiché è caratterizzata da febbre ed eruzione cutanea simile a un esantema, può essere scambiata a volte con malattie infettive dell’infanzia. In realtà le eruzioni rossastre sono dovute all’infiammazione dei vasi sanguigni di pelle, mucose e coronarie. Inoltre compare congiuntivite con lacrimazione, lingua a lampone e gola arrossata. Quattro o cinque giorni dopo la comparsa della febbre si presenta un esantema maculo-papuloso che dura circa una settimana, iniziando sul tronco per poi estendersi a viso e arti. Inoltre compare un arrossamento di palmo delle mani e pianta dei piedi con un edema duro che avvolte pani e piedi come un guanto o un calzino, seguito da desquamazione. Anche le ghiandole linfatiche possono ingrossarsi.

Una diagnosi solo clinica

Non esistono esami di laboratorio in grado di fare diagnosi di malattie di Kawasaki, quindi di solito ci si affida all’esame obiettivo. Spesso la malattia si risolve da sola, in altri casi si verifica l’interessamento del cuore a causa della infiammazione delle arterie che portano il sangue al cuore stesso. Quindi è bene che il bambino sia tenuto sotto controllo e ricoverato eventualmente in un centro specializzato dove viene trattato con anticoagulanti, salicilati e cortisonici per ridurre l’infiammazione e i rischi alle arterie. Solitamente la malattia, se ben trattata, non lascia conseguenze.

Lina Rossi

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