Ancora uno studio: è provata la mancanza di legame tra autismo e vaccini

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Ancora uno studio: è provata la mancanza di legame tra autismo e vaccini

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Come dicevano gli antichi, le cattive notizie viaggiano più in fretta rispetto a quelle buone e le leggende che fanno paura sono davvero dure a morire. Un caso ormai diventato classico è la responsabilità del vaccino contro il morbillo nell’insorgenza dell’autismo, una malattia neurologica che porta un bambino a isolarsi socialmente e verbalmente dal mondo che lo circonda e che può anche essere responsabile di ritardi cognitivi. Le ricerche che, negli ultimi 15 anni, hanno dimostrato l’assenza di legame tra la malattia e il vaccino sono state molte. Di recente, però, ne è stata appena conclusa un’altra, di dimensioni senza precedenti, che dovrebbe rassicurare una volta per tutte coloro che evitano di vaccinare il proprio figlio nella convinzione che possa sviluppare una forma di autismo.

Il vaccino trivalente non causa l’autismo
La mancanza di associazione tra vaccino contro il morbillo, da noi somministrato in modalità trivalente perchè contiene anche gli antigeni di rosolia e parotite, è stata dimostrata da uno studio su quasi 100mila bambini del Lewin group, in Virginia e pubblicato dalla rivista Jama. I bambini sono stati seguiti per almeno cinque anni in un periodo compreso tra il 2002 e il 2012. Il 2 per cento di essi, quindi quasi 2000 bambini, aveva un fratello con un problema di autismo e quindi era considerato a rischio di sviluppare lo stesso disturbo, fino a 8 volte di più rispetto a coloro che non hanno familiarità. Gli esperti non sono riusciti a trovare alcuna correlazione tra l’aver ricevuto una o due dosi di vaccino trivalente e un aumento di rischio di autismo, nemmeno tra i bambini che hanno un fratello maggiore con la malattia. La ricerca ha anche confermato che il fatto di avere già un bimbo con disordini dello spettro autistico rende comunque i genitori più sospettosi nei confronti dei vaccini. In questo gruppo i tassi di copertura sono risultati minori di circa il 10%.

Esiste solo un nesso temporale
Eppure, sono ancora tante le famiglie che hanno paura di vaccinare i figli perché i vaccini fanno ammalare di autismo. Mamme, nonne e perfino papà lo sostengono con sicurezza, come se fosse un dato di fatto, senza che ci sia alcuna prova scientifica, privando i figli di una importante copertura. Si espongono in questo modo i bambini a tutti i rischi che esistono realmente, quelli per le complicanze del morbillo: polmonite ed encefalite, per citare solo le più serie. E pochi sanno che il legame tra autismo e vaccino contro il morbillo è nato tutto da un falso creato ad arte proprio da un medico inglese, Andrew Wakefield, che nel 1998 pubblicò su Lancet uno studio su 12 bambini con autismo, affermando che c’era un legame tra la malattia, alcuni problemi gastrointestinali e il vaccino. In seguito di scoprì che il medico aveva ricevuto una ingente somma di danaro da un avvocato specializzato in cause contro le case farmaceutiche. Il medico fu radiato dall’albo e il suo studio fu cancellato dalla rete, eppure ancora oggi viene citato come attendibile da associazioni, famiglie e perfino alcuni tribunali lo utilizzano come prova in cause intentate da famiglie con un bimbo con autismo. Le prove in realtà non ci sono ed esiste solo un collegamento di tipo temporale: il vaccino contro morbillo, parotite e rosolia viene inoculato attorno ai 15 mesi e la diagnosi di malattia autistica di solito arriva tra i 3 e i 6 anni.

Lina Rossi

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