Secondo le stime degli esperti, nel nostro paese almeno un quinto dei ragazzini ha trovato in rete, su un social network, in un forum o nei messaggi, informazioni false o denigratorie sul proprio conto, quando non addirittura minacce verbali o ricatti. Il problema sta assumendo proporzioni preoccupanti e, proprio per questo, anche le istituzioni iniziano a occuparsene. Ha proprio questo obiettivo un progetto del Ministero della Salute che si basa su nuove linee guida.
Linee guida contro il bullismo on line
Parlare a tutti gli attori coinvolti: docenti, famiglie e, soprattutto, studenti. È l’obiettivo delle nuove Linee di orientamento per il contrasto al bullismo e al cyberbullismo del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca. Il documento realizzato da un gruppo di esperti del MIUR è stato inviato a tutte le scuole italiane. Le linee di orientamento, secondo il ministro Giannini, sono un importante strumento che permetterà di compiere passi avanti su questa strada. Alla stesura del testo hanno collaborato circa 30 Enti e Associazioni aderenti all’Advistory Board dell’iniziativa Safer Internet Centre, coordinata dal MIUR www.generazioniconnesse.it. Le linee guida prevedono, tra le altre cose, una riorganizzazione della governance con il trasferimento delle funzioni oggi in capo agli Osservatori regionali ai Centri territoriali di supporto che diventeranno la casa in cui potranno confluire tutte le organizzazioni impiegate nel contrasto del fenomeno. Le scuole, inoltre, saranno chiamate a realizzare interventi mirati alla prevenzione del bullismo e del cyberbullismo, ad offrire lezioni di web sicuro all’interno di specifici moduli didattici da inserire nel piano dell’offerta formativa e ad aggiornare il regolamento scolastico con una sezione dedicata all’uso degli smartphone e dei pc. Tra le azioni che saranno messe in campo anche la formazione degli insegnanti con approfondimenti sia sul piano psico-pedagogico e sia sulle nuove tecnologie.
Impariamo a riconoscere le molestie
Il cyberbullismo è una forma di persecuzione on line e si esplica attraverso il telefonino, il personal computer o il tablet connesso alla rete. Avviene tra minorenni, mentre la cyber molestia parte da una persona maggiorenne verso un minorenne e ha connotati di pedofilia. Il cyberbullo avvia una sorta di persecuzione nei confronti del coetaneo che prende di mira, diffondendo informazioni denigratorie e negative, con l’obiettivo di mortificare la vittima e infonderle paura, fino a causarle disistima di sé, ansia e spingerla ad auto isolarsi sempre di più. Talvolta il bullo on line si serve di foto compromettenti o umilianti e può giungere a ricattare. A volte agisce da solo, a volte coinvolge altri utenti, si forma così un vero e proprio gruppo che si accanisce contro una sola vittima. Come per il bullismo reale, difficilmente chi ne è soggetto riesce ad aprirsi e a raccontare agli insegnanti e ai genitori quello che gli sta capitando: questo è dovuto al fatto che spesso si pensa che dietro i messaggi sui sociali o gli sms si possa restare anonimi. Non è così: nelle mani di esperti come la polizia postale, uno smartphone può aiutare a risalire al persecutore e a prendere provvedimenti, visto che il bullismo in rete, come quello tradizionale, costituiscono una violazione di ben tre Codici: civile, penale e della privacy. Per questo è bene non sottovalutare, ma uscire allo scoperto. L’obiettivo del progetto del Ministero è anche questo: rendere i ragazzi e le famiglie più consapevoli delle tutele alle quali hanno tutto il diritto.
Giorgia Andretti