Le adenoidi, attraverso gli anticorpi specifici combattono virus, batteri e altri germi che penetrano nell’organismo attraverso le vie aeree. Hanno però una funzione abbastanza marginale rispetto all’attività del resto del sistema immunitario. Il problema è che proprio a causa della loro collocazione nelle alte vie respiratorie si infettano facilmente a causa dei germi che penetrano attraverso il naso. È sufficiente quindi un raffreddore, per fare sì che le adenoidi si infiammino, causando al bambino la tipica voce nasale e le difficoltà respiratorie.
Il bambino con le adenoidi infiammate ha problemi naso, gola e febbre, ma soprattutto russa. Inoltre, l’infezione spesso si propaga alle orecchie causando otite oppure ai seni paranasali, provocando sinusite. Se questa situazione si presenta solo ogni tanto, può essere tenuta sotto controllo con antinfiammatori e una attenta igiene nasale. In molti bambini però le infezioni alle adenoidi sono recidive e si verifica quindi una situazione di ipertrofia adenoidea in cui le due piccole masse linfatiche sono perennemente gonfie e voluminose. Le adenoidi ingrossate alla fine possono bloccare completamente il rinofaringe che le contiene, obbligando il bambino a respirare con la bocca, a russare nel sonno e avere episodi di apnea. Il muco, inoltre, non riuscendo ad essere eliminato, scende nella trachea e bronchi, causando tosse persistente con catarro e perfino vomito.
Se un bambino russa per almeno cinque giorni alla settimana, per periodi prolungati, è opportuno parlarne con il pediatra il quale potrà prescrivere esami per accertarsi di una ipertrofia adenoidea. La visita dall’otorinolaringoiatra è necessaria per escludere altre cause di ostruzione nasale, per esempio a causa di sinusite. Inizialmente si interviene con la terapia a base di antibiotici, cortisonici in aerosol e decongestionanti nasali. Se, nonostante queste cure, l’ipertrofia cronica peggiora, si valuta l’asportazione delle adenoidi ipertrofiche: adenoidectomia spesso associata all’asportazione delle tonsille. Sono tre i criteri che spingono lo specialista a suggerire l’intervento: russamento con apnee notturne, otite media purulenta e calo dell’udito.
L’asportazione chirurgica delle adenoidi ha il vantaggio di risparmiare al piccolo continue terapie antibiotiche e cortisoniche così da non compromette in alcun modo l’attività immunitaria del piccolo. L’intervento si esegue in anestesia generale ed è considerato sicuro e con ottimi risultati. Di solito si attende che un bambino abbia compiuto ameno i diciotto mesi. Si utilizzano gli adenotomi, strumenti che raschiano la parete del rinofaringe fino ad asportare il tessuto adenoideo in eccesso. In alternativa si utilizzano particolari bisturi con effetto cauterizzante nel momento stesso in cui asportano il tessuno, riducendo notevolmente il sanguinamento. Dopo l’intervento, il piccolo resta in osservazione alcuni giorni, quindi può tornare a casa osservando molto riposo e, se sono state tolte anche le tonsille, privilegiare alimenti freddi e morbidi, come gelati, budini, yogurt.
Sahalima Giovannini