Lussazione o Displasia congenita dell’anca

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Lussazione o Displasia congenita dell’anca

lussazione dell'anca
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Con il termine Lussazione Congenita dell’AncaLca – si intende una alterazione della forma dell’articolazione dell’anca presente alla nascita, se non si risolve durante la crescita può portare ad una deambulazione non corretta con segni di zoppia, dolore cronico e artrosi precoce. Si tratta di un problema importante e discretamente frequente cosicché sin dalla nascita il medico neonatologo o il pediatra ricercano segni clinici che possano fare sospettare una – non normalità – delle anche.

L’esame clinico della lussazione congenita dell’anca

L’esame clinico consiste in pratica nella ricerca del – Segno dello Scatto – segno di Ortolani dal nome del pediatra che per primo lo descrisse negli anni Trenta. Lo scatto indica la possibilità di riportare manualmente in sede con una sensazione di scatto d’entrata la testa del femore lussata o al contrario la possibilità di lussarla facilmente fuori scatto d’uscita. La presenza di questo segno significa che l’anca non è ben formata e si parla di “Displasia” per cui nella terminologia medica il termine Lussazione Congenita dell’Anca è stato affiancato dal termine Displasia Congenita dell’Anca -Dca.

L’esame ecografico e radiografico

Tra il secondo e terzo mese di vita viene eseguito un controllo ecografico. L’ecografia dell’anca serve per avere un documento visivo della situazione anatomica dell’articolazione: questo esame è utile perché la ricerca dello scatto non è sempre agevole, l’esame clinico ha bassa sensibilità e può essere negativo. Rispetto all’esame radiografico l’ecografia, generalmente viene eseguita in occasione della prima vaccinazione obbligatoria al terzo mese di vita e può farsi sin oltre il sesto mese di vita,  ha il vantaggio di non esporre la popolazione neonatale a radiazioni ionizzanti, di poter essere eseguita prima della radiografia perché più specifica e idonea a bene evidenziare le eventuali alterazioni strutturali capsulo-cartilaginee dell’anca.
La radiografia del bacino acquista importanza dopo il sesto mese di vita, a mano a mano la parte ossifica dell’anca prende il sopravvento su quella cartilaginea. Se nessun controllo ecografico è stato eseguito l’esame radiografico va fatto senza aspettare oltre: infatti la zoppia è il segno clinico successivo con cui ci accorgiamo di una displasia dell’anca quando il bambino comincia a camminare solo dopo l’anno di vita! Più tardiva è la diagnosi peggiori sono i risultati finali delle cure, più lungo, complesso e traumatico per il bambino e la famiglia è il percorso terapeutico.

L’importanza di una diagnosi precoce

La diagnosi precoce è utilissima per ricercare sin da subito una eventuale displasia dell’anca e iniziare, se presente, il trattamento adeguato. Nella maggior parte dei casi si adotta un trattamento posturale: poiché la posizione ad anche aperte e flesse favorisce la correzione della displasia o lussazione, lo sforzo terapeutico va in questo senso. Peraltro viene consigliato per tutti i neonati di non costringerli con le gambe chiuse e le anche estese: in alcuni paesi per usanza i neonati vengono fasciati con gli arti inferiori vicini e/o si mantengono i piccoli dentro culle strette. Questa è una postura lussante ed infatti in questi paesi si osserva una impressionante frequenza percentuale di casi di Lussazione congenita dell’anca.

L’intervento sulla postura

In caso di diagnosi di Displasia congenita lussante dell’anca è necessario costringere le anche in una postura centrante, in apertura e flessione delle anche: per questo vengono usati presidi detti divaricatori. Il divaricatore garantisce una buona postura e serve in definitiva a ripristinare un buon sviluppo della articolazione dell’anca. Il divaricatore va mantenuto per un lungo periodo di tempo, almeno sei mesi, giorno e notte, tolto solo per alcuni minuti durante il bagno e il cambio del bambino. Il divaricatore non deve fare male, il piccolo non deve piangere: se invece, a parte i primi momenti dopo la sua applicazione per il fastidio della costrizione – 10/30 minuti – il bambino piange, va subito rimosso e ricercate le ragioni che provocano il dolore e si rivaluterà poi se possibile una posizione più comoda o un diverso tipo di apparecchio. Non vanno usati antidolorifici. Se la diagnosi è tempestiva una terapia posturale dolce con divaricatori permette nella quasi totalità dei casi un rientro nella normalità verso il nono o decimo mese, epoca in cui il bambino generalmente comincia a gattonare e stare in piedi: la cura non interferisce troppo pesantemente quindi sulle tappe dello sviluppo neuro-motorio. Se la diagnosi di Lussazione Congenita dell’Anca d avviene dopo il quarto – quinto mese, una terapia posturale dolce con divaricatori ha minori possibilità di essere idonea in quanto l’anca si è sviluppata e strutturata in una posizione difficile da correggere con una semplice apertura e flessione delle anche.

L’intervento medico o chirurgico della Displasia congenita lussante dell’anca

In questi casi il medico ortopedico deve eseguire delle manovre per rimettere a posto l’anca, ristabilire un corretto rapporto articolare tra i due componenti che la formano: cotile e testa del femore. Queste manovre vanno eseguite in anestesia generale e quindi il ricovero è necessario. Si parla di intervento di riduzione incruenta se si riesce, senza dover aprire col bisturi l’articolazione. Se non si riesce con manovre incruente e si deve ricorrere al bisturi si parla di intervento di riduzione cruenta. Nell’uno e nell’altro caso comunque, dopo la riduzione, le anche vanno immobilizzate in gesso per circa tre mesi per poi passare all’uso di un divaricatore per altri tre o quattro mesi. Il gesso avvolge il bacino e arriva ad entrambi i piedi per mantenere le anche flesse e più aperte possibile. 

Prof. Gabriele Poli – Ortopedico

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