Chi ha detto che l’adolescenza è il periodo più sereno della vita? Sembra proprio il contrario, Oltre il 40% dei giovani tra i 13 e i 19 anni afferma infatti di sentirsi qualche volta, ma anche spesso, ansioso o impaurito. Sono i risultati della sezione incentrata sugli aspetti psicologici e psichici dell’indagine sociologica nazionale – Adolescenza, tra speranze e timori – realizzata da Laboratorio Adolescenza insieme a Istituto Iard e presentati insieme a Lundbeck Italia in previsione del World Mental Health Day, che si celebrerà̀ il 10 ottobre.
L’indagine ha scoperto che la maggior parte degli adolescenti si sente frequentemente triste, senza una specifica ragione, soffre di sbalzi d’umore e più del 40% ha affermato di sentirsi spesso agitato, ansioso o impaurito al punto di avere la percezione di non riuscire a respirare. I disagi sono riscontrati maggiormente dalle ragazze, con una percentuale superiore all’80%. Importante osservare: il 57% degli intervistati ha riscontrato un aumentato delle situazioni descritte nel periodo della pandemia. Inoltre, gli adolescenti non sono estranei a situazioni conclamate di disagio: quasi il 40% dei giovani è a conoscenza di una coetanea autolesionista, il problema è infatti più diffuso tra le ragazze. L’indagine ha permesso infine di fotografare come i giovani percepiscano i disagi psichici: la maggior parte di loro il 58% ritiene che sia importante ricorrere all’aiuto di uno specialista.
Gli esiti dell’indagine consegnano un quadro non confortante, con un aumento, rispetto al passato, dei disagi come ansia e tristezza tra gli adolescenti con una frequenza che va ben oltre l’endemica e naturale presenza di questi fenomeni in un’età comunque complessa. Seppure sia ipotizzabile che nella maggioranza dei casi queste forme di disagio siano destinate a rientrare senza importanti conseguenze, è comunque opportuno non minimizzare a priori queste manifestazioni, derubricandole a caratteristiche dell’età̀. Nel corso dei lockdown, dovuti alla pandemia di Covid-19, i sintomi depressivi e ansiosi sono raddoppiati rispetto alle stime pre-pandemiche. La pandemia ha quindi aumentato il numero di persone, soprattutto giovani, che hanno avuto esperienza di disturbi d’ansia.
I genitori e tutte le figure che vivono direttamente a contatto con un adolescente dovrebbero sviluppare una capacità di ascolto e di comprensione. Ancora oggi, purtroppo, in Italia l’attenzione alla sanità mentale è ignorata, ovvero è lasciata alle famiglie l’incombenza capire se lo sviluppo adolescenziale stia proseguendo privo di difficoltà psicologiche. È quindi importante: chiunque entri in contatto con adolescenti, per motivi familiari o professionali, essere attenti a qualsiasi variazione umorale e/o caratteriale e cercare di intercettare precocemente quei segni preoccupanti. Genitori, pediatri e insegnanti dovrebbero essere attente sentinelle per cogliere prima possibile eventuali segnali di disagio, con la consapevolezza che gli adolescenti sono spesso bravissimi a dissimularli, ed indirizzare la giovane o il giovane dallo specialista della mente: lo psichiatra, il medico in grado di comprendere se il problema è solo un tipico disturbo passeggero dell’adolescenza o se è necessario un accertamento più approfondito.
Lina Rossi
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