Salve a tutti, sono Lorenzo, frequento da quattro giorni il secondo anno del liceo classico Immanuel Kant di Roma e sono un giocatore di scacchi. È questo il mio secondo articolo pubblicato da Guidagenitori.it, qualcuno di voi avrà letto: letture consigliate all’ombra delle vacanze per ragazzi, è stato il mio primo articolo da aspirante giornalista.
Scacchi, la mia grande passione da sempre. Gli scacchi non sono un semplice gioco da tavolo, bensì una vera e propria disciplina con delle regole da studiare e farle proprie, così da realizzare il proprio stile di gioco personale. Una volta impresse nella mente le regole, purtroppo non sono facili, tutto diventa semplice, di fatto il gioco simula una guerra tra due regni: due re, due regine, e tanti pezzi suddivisi tra alfieri, cavalli, torri e tanti pedoni da far guerrigliere sul campo di battaglia – la scacchiera è composta da 64 postazioni o caselle. Vince il gioco, o la guerra, il Re che non lascia via di scampo all’avversario. Una domanda sorge spontanea: perché giocare a fare la guerra? Ebbene, questo gioco proprio nel simulare un campo di battaglia è un modo per liberare l’aggressività che alberga geneticamente in ognuno di noi. I benefici di questo gioco sono molteplici, non solo è necessario apprendere le regole, quindi bisogna studiare, ma è anche necessario sviluppare delle strategie di gioco e memorizzare in anticipo le mosse che si andranno a mettere sul campo. L’ideale è insegnare le regole del gioco ai bambini tra gli otto e gli undici anni, il tempo in cui il concretismo indicato da Piaget sta per lasciare il passo al pensiero logico-deduttivo.
Il gioco degli scacchi stimola il problem solving, ovvero, la capacità di risolvere problemi di natura logica, aumentando la soglia di attenzione e concentrazione. Nei giocatori di scacchi si riscontra un aumento delle capacità di memorizzazione e un notevole aumento dell’autostima, risultato dell’incredibile sensazione di piacere quando, l’avversario sconfitto, alza la mano in segno di resa. Il benefit ancora più importante di questo gioco è la fluidificazione della rabbia attraverso l’effetto catarsi. Per tutte queste motivazioni il gioco degli scacchi dovrebbe diventare una vera e propria materia scolastica. Gli scacchi sono per propria natura un gioco aggressivo ma ben ponderato, infatti, l’unico scopo è vincere senza farsi troppi problemi a mangiare i pezzi dell’avversario. A parere degli esperti il gioco degli scacchi oltre a neutralizzare l’aggressività basale presente in ogni singola persona, stimola la memoria e la capacità di inventarsi della strategia sia nell’attaccare sia nel difendersi, capacità non proprio da sottovalutare.
Io gioco da anni e gli scacchi mi hanno aiutato in tutti gli ambiti sopra descritti, senza contare il divertimento di quando dichiari: Scacco Matto all’avversario!
Lorenzo Gianferro
Studente presso il Liceo Classico Immanuel Kant di Roma
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