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Il legame madre-bambino

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E’ attraverso l’allattamento che mamma e neonato costruiscono il loro rapporto di intimità e simbiosi

La maggior parte degli esseri umani desidera avere dei figli e desidera inoltre che i propri figli crescano sani, felici e con una notevole dose di fiducia in se stessi. Essere genitori quindi significa impegnarsi affinché i figli abbiano a disposizione un terreno ben fertilizzato dove sviluppare tutte le potenzialità nel modo più positivo che ci si possa aspettare.

La teoria dell’attaccamento
I primi mesi di vita dei bambini sono importantissimi per il loro sviluppo psichico, è infatti dal tipo di contatto tra il bambino e la madre che viene a costruirsi il legame di “attaccamento” , elemento questo importante per il benessere futuro. Il legame di attaccamento è la matrice che pone il bambino nella condizione di poter sempre contare su di una base sicura a cui rivolgersi nei momenti di difficoltà.
Gli studiosi della dinamica dell’attaccamento, sono arrivati alla ricostruzione scientifica delle prime fasi dell’interazione madre-bambino.
John Bowlby – padre della teoria dell’attaccamento e psicoterapeuta infantile alla Tavistock Clinic, Londra – ha avuto il merito di aver osservato e successivamente aver dato importanza a quei comportamenti interattivi che permettono al bambino di accedere alle esperienze reali e non soltanto alle sue rappresentazioni interne.
L’interesse di John Bowlby e dei suoi collaboratori (Tavistock Istitute of Human Relations di Londra) è stato incentrato soprattutto nello studio della relazione che, da subito dopo il parto, viene a strutturarsi tra madre e figlio.
Fin dai primi momenti di vita del bambino, la madre inizia ad interagire con lui, così come M.H. Klaus, M.A. Trause e J.H.Kennell (ricercatori impegnati nello studio del legame madre-bambino) hanno descritto osservando il comportamento delle madri: per prima cosa, dopo aver preso in braccio il proprio bambino, toccano con la punta delle dita il viso, passano poi con il palmo della mano a toccargli la testa e subito dopo lo avvicinano al seno, il bambino subito dopo questa stimolazione reagisce leccando il capezzolo. Da questo momento magico ha inizio quel rapporto speciale dove la madre, intuitivamente mette in atto dei comportamenti che inviano informazioni al bambino il quale a sua volta si adatta gradualmente alle stimolazioni materne. E’ evidente che la relazione si sviluppa dall’adattamento reciproco di entrambi.

L’allattamento come incontro privilegiato
Tra i comportamenti che mediano l’attaccamento, il primo e più importante è la suzione e non solo come ci si potrebbe aspettare, perché il latte soddisfa il bisogno del cibo, quanto invece perché viene soddisfatto il bisogno di sentirsi stretto e quindi di contatto epidermico fatto di abbracci, carezze, calore, sorrisi e suoni. Tutti questi comportamenti sono tipicamente messi in atto dalla madre che allatta al seno il proprio bambino. Vale la pena ricordare che per tutta la durata della gravidanza il feto è sempre stato immerso nel liquido amniotico il quale esercita una pressione continua e costante su tutto il corpo.
Herbert Kaye (studioso del comportamento della suzione nel bambino), osservando il comportamento della madre e del neonato durante il pasto, ha scoperto che le madri tendono a interagire con il proprio bambino in perfetta sincronia con lo schema del bambino di succhiare e fare pause. Quando il bambino succhia, le madri sono generalmente inattive mentre durante le pause accarezzano e parlano al bambino.
L’allattamento al seno rappresenta il campo di gioco ideale per lo sviluppo del legame di attaccamento nel bambino, proprio per la posizione posturale che si assume durante l’allattamento: l’essere stretto al corpo, il contatto epidermico con il seno, il calore del corpo, il battito cardiaco della madre che rimanda ad una situazione di perfetto benessere all’interno dell’utero dove il tempo era scandito dal rumore del battito del cuore della mamma.

Il necessario sostegno alle mamme
Occuparsi di un bambino appena nato è un lavoro che impegna ventiquattro ore al giorno per sette giorni alla settimana. E’ anche abbastanza intuibile che una madre che allatta il suo bambino non può essere lasciata sola ad affrontare il suo lavoro di dispensatrice non solo di nutrimento ma soprattutto di amore e di contatto. Il lavoro deve essere fatto bene e quindi se si vuole che la mamma si trovi nelle condizioni ottimali per essere il timoniere corretto dell’attaccamento, il papà e o i nonni debbono dare tutto il loro aiuto per evitare che vengano messi in atto dei comportamenti non corretti a danno della buona costruzione del legame di attaccamento.

 

 

Ha collaborato:
Dott.ssa Rosalba Trabalzini
Psichiatra – Psicoterapeuta- laureata in psicologia clinica

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