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Caro, irrinunciabile ciucciotto

ciucciotto
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Fino a qualche tempo fa veniva considerato un vizio dal quale liberare i bimbi prima possibile. Oggi si scopre che il suo utilizzo notturno può aiutare a prevenire la SIDS.

Il ciuccio è diseducativo, può far crescere i denti storti denti e vizia il bambino. Questi pensieri erano ricorrenti negli anni passati ma per fortuna, oggi si è più critici verso certi atteggiamenti. Se il ciuccio è così amato e cercato da tanti neonati, un perché ci deve pur essere. E gli esperti hanno trovato la risposta nel fatto che questo piccolo, morbido dispositivo soddisfa il riflesso della suzione, un’esigenza che il bambino ha prima ancora di venire al mondo. Succhiare, insomma, per il neonato è un’esigenza irrinunciabile, che gli regala benessere e sicurezza perché favorisce la secrezione di endorfine, gli ormoni che rilassano e calmano. Ecco perché il ciucciotto ha una certa utilità nelle situazioni in cui il bimbo può essere soggetto ad ansia o malesseri. E secondo alcuni ricercatori previene il rischio di morte improvvisa.

Forse può combattere la SIDS

L’effetto “salvavita” del ciucciotto nei confronti della sindrome da morte improvvisa del lattante, sembra ormai accertato. Sarebbe dimostrato da un recente studio, pubblicato sulla rivista americana Pediatrics, che ha confrontato 384 indagini condotte sulla SIDS. I ricercatori sono giunti alla conclusione che il ciuccio, utilizzato durante il sonno notturno e diurno, diminuisce dal 30 al 60 per cento il rischio di SIDS. In particolare, gli esperti hanno calcolato che con l’utilizzo sistematico del ciuccio si potrebbe evitare una morte per SIDS ogni 2733 bambini. Alle medesima conclusioni è giunta l’American Academy of Pediatrics, che ha svolto approfonditi studi sul sistema neurovegetativo dei neonati nei primi mesi di vita. Il ciuccio manterrebbe attivo il riflesso della suzione, impedendo al neonato di scivolare in una fase di sonno profondo. Tale fase può indurre apnee non regolari, ossia momenti in cui il bambino resta a lungo senza respirare.

Quando è una fonte di conforto

Il riposo notturno, nel buio e lontano dalla mamma, è una prova non semplice per molti neonati. Avere in bocca la tettina del ciucciotto può aiutare ad affrontare meglio questo momento, perché tenerlo in bocca e succhiarlo richiama la sensazione di benessere che prova quando succhia il seno o è in braccio alla mamma che gli porge il biberon. E anche questo semplice gesto può aiutare il piccolo nel suo, seppur lento, cammino verso l’indipendenza. Lo stesso discorso vale quando il bimbo ha male al pancino, è stanco o nervoso e sfoga il suo malessere con il pianto, cosa che aumenta il disagio e lo stress. Anche in momenti come questi il bambino cerca sollievo nell’unico espediente consolatorio che ha, cioè la necessità di succhiare qualcosa: e non sono pochi i piccoli che prendono l’abitudine di succhiarsi il pollice o, peggio ancora, quando sono più grandicelli imparano a portare alla bocca qualsiasi tipo di oggetto, magari poco pulito o composto da parti piccole che possono essere inghiottite. Tali atteggiamenti sono rischiosi e anche più difficili da combattere rispetto all’uso del ciuccio. Più avanti con gli anni questo potrà infatti essere gradualmente “dosato”, cioè proposto sempre meno, come alternativa ad altre attività che con il passare degli anni nostro figlio troverà più gratificanti, fino a quando sarà lui stesso a rinunciarvi spontaneamente del tutto. Un ultimo pregio del ciucciotto è che può favorire il corretto distacco dal seno materno: pur tenendo presente che i bambini vanno allattati il più a lungo possibile, non è nemmeno giusto che imparino a considerare il capezzolo della mamma come, appunto, un ciucciotto.

I casi in cui non andrebbe proposto

D’altra parte, ci sono situazioni in cui il bimbo non dovrebbe essere abituato al ciucciotto. Succede se, per esempio, un piccolo ha poco appetito e ha quindi difficoltà ad attaccarsi al seno materno, che richiede una certa energia nella suzione per favorire la secrezione del latte. Se con l’uso del ciuccio un bimbo si sente già appagato, il suo istinto a nutrirsi può affievolirsi ancora di più e la crescita può risentirne. Il ciucciotto in questi casi andrebbe evitato, in modo che il bambino sia spinto ad attaccarsi esclusivamente al seno materno, sia quando ha fame sia quando cerca coccole e compagnia. Gli specialisti consigliano di evitare l’uso del ciuccio anche quando un bambino soffre di mal di gola e di otiti ricorrenti. La tettarella non sempre è perfettamente pulita, quindi può favorire l’ingresso nella bocca del bimbo di germi e batteri, che possono raggiungere la gola e perfino le orecchie. Infine, il ciuccio non va offerto al piccolo se questi si è già abituato a prenderlo solo se sente il sapore dolce di un po’ di zucchero o di miele. Il sapore dolce gratifica molto il neonato, ma può far diminuire l’appetito e impedire un corretto allattamento al seno. Senza contare che gli zuccheri creano nel cavo orale un ambiente acido che predispone, con il tempo, alla proliferazione batterica responsabile di carie, una volta che i denti saranno spuntati.

Sceglierlo bene e sostituirlo spesso
In commercio esistono diversi modelli di ciucciotto, sia per quanto riguarda la forma, sia per il tipo di materiale. I ciucciotti possono essere in silicone oppure in caucciù, ma più che il materiale è importante la forma: deve essere sottile alla base per consentire una miglior chiusura della bocca, con la tettina piatta e con una forma che favorisca la corretta posizione della lingua e in grado di distribuire la pressione della lingua sul palato anche lateralmente per agevolarne il corretto sviluppo. Inoltre, le dimensioni devono essere adeguate all’età del bambino. Le case produttrici appongono chiaramente l’indicazione dell’età sull’esterno delle confezioni. È importante attenersi a esse, anche a costo di dover girare due o tre negozi per trovare il tipo adatto al proprio bambino. Il ciuccio va tenuto sempre ben pulito, sterilizzato a freddo per i primi mesi e va sostituito quando è usurato.

 

Giorgia Andretti

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