Il desiderio di cibi particolari trova ragione nei cambiamenti ormonali, ma negarsi qualcosa di buono o di dolce può influire solo sull’umore della mamma, non sulla pelle del nascituro.
Caffè, caffelatte, fragole, vino: se il desiderio di questi cibi non viene esaudito al più presto, la “voglia” della futura mamma, si stampa indelebilmente sulla pelle del piccolo in arrivo. La tradizione popolare continua a tramandare il rischio, ma il paventato pericolo non ha alcun fondamento scientifico. I capricci del palato non procurano alcun danno alla pelle del nascituro e le macchie cutanee sono solo lievi anomalie del tutto benigne che non presentano alcun rischio. Per la precisione le voglie scure (dette di caffè o caffelatte) sono dovute ad una maggiore concentrazione di melanina, mentre quelle rosse (dette di fragola o vino) sono legate a piccole malformazionidelle venuzze che scorrono nella cute.
Le voglie non sono una fantasia
È vero però che in gravidanza alcune donne hanno voglia di cibi particolari, di insolite combinazioni alimentari o di sostanze particolarmente sfiziose per il palato e che altre invece non tollerano certi cibi. Può succedere anche che una donna alla quale non piaceva un dato alimento o una certa bibita prima della gravidanza, senta un forte bisogno di consumare questi stessi prodotti durante la gravidanza o al contrario non riesce ad ingerire cibi per i quali prima andava matta. Le voglie e l’intolleranza per certi cibi possono essere determinati dalle modificazioni ormonali della gravidanza che, in qualche modo, influiscono sui recettori del gusto. Alcuni studiosi ritengono che queste voglie o, più in generale, gli attacchi di fame che si manifestano anche solo poche ore dopo il pasto, dipendano semplicemente dal fatto che la futura mamma è una persona golosa, mentre, secondo altri, l’impulso irrefrenabile a mangiare un cibo ricco di zucchero o, al contrario, molto salato, corrisponda effettivamente alla necessità di porre rimedio a qualche carenza alimentare.
Cedere ma… con giudizio
Finché gli sfizi e le intolleranze si mantengono nei limiti del ragionevole non possono far male, mentre un consumo eccessivo di dolci, cibi raffinati, fritti, bibite gassate, cioccolato e caramelle può avere come conseguenza un indesiderato aumento di peso. Allora, se si tratta di una donna che ha già iniziato la gravidanza sovrappeso o che, nel corso della stessa, è aumentata troppo, sarà meglio non assecondarla nelle sue voglie, consigliandole piuttosto di sgranocchiare carote o cetrioli crudi o di mangiare spesso frutta fresca, tutti alimenti poco calorici e piacevoli per il palato. Se invece la futura mamma non ha particolari problemi di peso ed è cresciuta in modo regolare, soddisfare una voglia rappresenta in fondo una gratificazione, una “coccola” culinaria speciale della quale ha diritto. E che il futuro papà è chiamato ad esaudire. Proprio come vuole la tradizione.
Angela Salini