Più bambini con la fecondazione assistita, diventano genitori una coppia su sei

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Più bambini con la fecondazione assistita, diventano genitori una coppia su sei

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Sempre più coppie infertili riescono a diventare genitori grazie alla Procreazione Medicalmente Assistita, regolata dalla legge 40. Molti aspiranti genitori non trovano però una soddisfacente risposta alle proprie esigenze e, per avere un figlio, si recano sempre più spesso all’estero, soprattutto in Spagna. E sono tante le donne che attendono fino a 40 anni per tentare la strada della fecondazione assistita. Sono questi i dati più significativi emersi all’ultimo congresso mondiale di ginecologia endrocrinologica, appena svoltosi a Firenze. Dal congresso giungono risultati confortanti per le coppie che hanno deciso di intraprendere la strada, non sempre facile, della procreazione assistita.

Le tecniche migliorano sempre di più
Negli ultimi otto anni, in Italia hanno deciso di ricorrere alla Fivet circa 385mila coppie. Di queste, una su sei è riuscita ad avere un bambino. Nel 2005, anno successivo all’inizio della raccolta dei dati, solo una donna su dieci riusciva a iniziare e a portare a termine una gravidanza. E’ il segno che le tecniche di fecondazione sono migliorate e le procedure sono sempre più sicure. Gli esperti, relatori al convegno, confermano l’alto livello dell’assistenza medica, la ricerca incessante e le tecniche sempre più precise e rispettose dei ritmi biologici femminili. Tutto questo ha permesso di avere risultati via via migliori, nonostante i severi paletti posti dalla legge 40 sulla procreazione medicalmente assistita, una legge che gli esperti giudicano, per usare un termine riduttivo, del tutto inadeguata. Proprio per aggirare i limiti della normativa (divieto di diagnosi pre-impianto e numero limitato di embrioni da inserire nell’utero materno), l’Italia ha migliorato sempre di più i procedimenti di fecondazione in vitro con gli ovuli scongelati: nel 2008 sono stati effettuati ben 3.284 cicli. Questa scelta, inizialmente resa obbligatoria dalla normativa, oggi rappresenta una possibilità in più di diventare mamma per una donna che abbia una fertilità a rischio a causa di trattamenti di radioterapia e chemioterapia per curare forme tumorali. Questi trattamenti portano infatti a una menopausa precoce e alla perdita di capacità riproduttiva: congelare gli ovociti significa poterli utilizzare proprio con le tecniche di inseminazione in vitro.

Ancora troppe coppie si recano all’estero
Tra i molti dati positivi raccolti, ci sono ancora ombre e aspetti da migliorare. Primo tra tutti, il fatto che sono ancora troppo numerose le coppie che si recano all’estero per effettuare la fecondazione assistita. In nazioni come Spagna (la più “gettonata” dagli aspiranti genitori), Svizzera, Francia e Paesi dell’est europeo si sono già rivolte circa 10mila coppie. E non si tratta dell’ansia di diventare genitori a tutti i costi, contro ogni ragionevolezza. È il desiderio legittimo di avere un figlio proprio, un figlio sano, soprattutto se i genitori sono portatori di patologie ereditarie e la legge 40 ottusamente impedisce a queste coppie di effettuare la diagnosi pre-impianto. Altro lato non del tutto positivo: l’età sempre più elevata delle donne che chiedono la PMA. Oggi, su dieci aspiranti mamme, tre hanno più di 40 anni: a questa età la fertilità naturale cala drasticamente e anche le tecniche di fecondazione hanno più difficoltà ad andare a buon fine. Gli esperti del convegno hanno coniato un termine nuovo per alludere a questo calo delle possibilità di diventare mamma con la PMA. Si tratta della “fertipausa” e consiste nell’impossibilità di restare incinta, pur avendo ancora un ciclo mestruale regolare. È bene ricordare che il corpo della donna inizia a essere progressivamente meno fertile già a 30 anni, ma subisce una riduzione ancora più drastica dopo i 35-40 anni, precedendo la menopausa definitiva di circa 10 anni. Gli esperti raccomandano quindi di non attendere troppo a lungo prima di decidere di avere un figlio, anche con le tecniche di PMA. Fermo restando che oggi le difficoltà sono maggiori rispetto al passato, tra la crisi, l’aumentato costo della vita, la disoccupazione dilagante e il legittimo desiderio di trovare il partner giusto, non si devono perdere di vista i limiti biologici posti dalla natura.

Sahalima Giovannini
Consulenza della dott.ssa Rosalba Trabalzini
Responsabile Scientifico di Guidagenitori.it

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