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Pancione a prova d’urto

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Durante i nove mesi può capitare di cadere o di ricevere un colpo: non c’è da allarmarsi, il bambino è ben protetto. Ma se l’ansia vi

attanaglia, ecco le precauzioni da seguire.

Può capitare anche durante la gravidanza: basta un attimo di distrazione, una piccola imprudenza,

un piede messo in fallo e si perde l’equilibrio, cadendo o urtando qualcosa. Il timore delle future mamme è quello di aver provocato rischi per la

salute del bambino in arrivo. Ma vediamo insieme che cosa comporta prendere un colpo al pancione.

Le protezioni naturali


In generale è molto improbabile che il piccolo possa venire danneggiato direttamente da un urto al pancione, perché la parete addominale, quella

uterina e il liquido amniotico riescono in genere ad ammortizzare i colpi.
Il bambino in utero infatti è protetto dal liquido amniotico nel quale è

immerso per tutta la durata della gestazione. Se la pancia prende un colpo è il liquido amniotico ad essere compresso, diffondendo la pressione in tutte

le direzioni e riducendone così l’intensità.
Un’ulteriore barriera contro gli urti è rappresentata dalla parete dell’utero e dai muscoli addominali della

mamma, disposti in starti sovrapposti.

Le conseguenze dei colpi “indiretti”

Alcuni colpi “indiretti” però, cioè quelli

che coinvolgono il bebè solo come riflesso di un danno subito dalla mamma, possono arrecare danni più seri.

  • Quando le membrane che costituiscono il

    sacco che contiene il liquido amniotico e il feto sono deboli, o se lo è il collo dell’utero, che perciò non può assicurare un corretto sostegno alle

    membrane in caso d’urto, può accadere che queste membrane si rompano, facendo fuoriuscire il liquido amniotico (la cosiddetta rottura delle acque). In

    questo caso il bambino è destinato a nascere prematuro. Fortunatamente la rottura delle acque avviene in casi rarissimi e ha più probabilità di

    verificarsi a gravidanza avanzata, quando un parto prematuro non comporta grossi rischi per il bambino in arrivo.

  • In caso di un forte urto al

    pancione, il danno indiretto più frequente riguarda la placenta (organo che apporta ossigeno e nutrimento al feto nei nove mesi). In caso di urto può

    formarsi un ematoma che può portare al distacco della placenta con conseguenze serie per il feto.

  • In seguito a una caduta o a un accidentale

    colpo sul pancione, l’utero potrebbe iniziare a contrarsi, aprendo la strada al rischio di parto prematuro o di aborto (a seconda dell’epoca

    gestazionale).

  • Un altro danno indiretto deriva dalle cadute che interessano la schiena. Di solito però questi colpi sono più insidiosi nel

    primo trimestre di gravidanza, quando la placenta non si è ancora formata.
    I periodi più rischiosi
    Una caduta o un colpo al pancione

    possono rivelarsi pericolosi solo quando arrivano a coinvolgere anche l’utero. Nei primissimi mesi di gravidanza le eventualità sopra citate sono

    rarissime, perché tanto più l’utero ha una dimensione ridotta quanto più è difficile che subisca un danno diretto, in quanto la parete addominale è

    un’efficace barriera protettiva. Le probabilità che un colpo subito dal pancione possa ripercuotersi anche sulle pareti dell’utero aumentano da metà

    gestazione in poi.

    I controlli
    Nella maggioranza dei casi un colpo o una caduta non comportano conseguenze

    significative. Tuttavia, in caso d’urto, è sempre consigliato sottoporsi a una visita specialistica, perché a volte la futura mamma può non accorgersi

    della rottura delle acque o di altre manifestazioni che potrebbero essere pericolose per il bebè.
    Occorre recarsi immediatamente al pronto soccorso se:

  • si rompono le acque;
  • poco tempo dopo dall’evento traumatico, si avvertono contrazioni dolorose dell’utero;
  • ci sono perdite

    di sangue modeste o abbondanti;

  • compare sul pancione un livido sottopelle.
    Per verificare l’assenza di conseguenze il medico esegue una visita

    completa alla mamma, misurando la pressione e la frequenza del battito del cuore della mamma e facendo un controllo ostetrico per verificare l’assenza

    di contrazioni dell’utero, e al bambino, con il monitoraggio del battito cardiaco del feto, per accertare l’assenza di conseguenze sul piccolo e con

    un’ecografia, per valutare lo stato della placenta.
    Non bisogna preoccuparsi se bisogna effettuare una radiografia per diagnosticare un eventuale

    frattura: i raggi X possono nuocere al corretto sviluppo del bambino, ma un’unica radiografia non può in alcun modo dare problemi. E’ sufficiente,

    infatti, che l’addome sia riparato da uno speciale grembiule di piombo per avere la certezza che il bambino non riporti nessuna conseguenza in seguito

    all’esame.

    Le precauzioni da seguire
    Durante la gravidanza conviene evitare qualsiasi situazione di pericolo:

  • Anche se la legge italiana permette alla gestante di non allacciare la cintura in automobile, sarebbe meglio mettere sempre la cintura di sicurezza,

    perché il pericolo per il feto derivante da un incidente o da una brusca frenata è piuttosto elevato.

  • Evitare di arrampicarsi sulla scala per

    pulire vetri, armadi, lampadari: simili faccende domestiche vanno evitate per tutta la gravidanza.

  • Non praticare attività fisica che espone al

    rischio di caduta, ma preferire il nuoto e la ginnastica dolce.

  • Utilizzare scarpe con tacco basso che assicurano una maggiore stabilità durante

    il movimento.

  • Se si viaggia sui mezzi pubblici (autobus, tram, metropolitana), se possibile è sempre meglio sedersi, in modo da non perdere

    l’equilibrio, e se si sta in piedi, reggersi con entrambe le mani agli appositi sostegni.

  • Mettere un tappetino antiscivolo nella doccia e nella

    vasca da bagno.

  •  

    Angela Salini

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