Parabeni, triclosan, diclorofenoli: nomi abbastanza noti e tutto sommato rassicuranti, che siamo abituati a sentire quando si parla di prodotti per l’igiene personale. Ebbene: le donne in attesa dovrebbero proprio evitare queste sostanze, scegliendo prodotti che non li contengano. Un ampio studio franco-statunitense ha chiarito gli effetti di questi elementi sul feto, nel caso in cui la mamma ne faccia un uso eccessivo durante l’attesa.
Attenzione ai fenoli in saponi e dentifrici
Partiamo dai fenoli, meglio noti come – endocrine disruptor – ossia – interferenti endocrini. Alcuni di questi, in particolare parabeni e triclosan, possono interferire con la normale crescita del bambino, durante il periodo fetale e nel corso dei primi tre anni di vita. Lo dimostrano i risultati di un vasto studio, appena pubblicato su Epidemiology di settembre. I parabeni sono sostanze ampiamente utilizzate come conservanti nei cosmetici e nei prodotti per la cura del corpo, mentre il triclosan è un agente antibatterico e pesticida, presente in alcuni saponi e dentifrici. La ricerca ha indagato anche gli effetti del benzofenone-3, impiegato come filtro UV nelle creme solari; dei diclorofenoli, utilizzati nella produzione dei deodoranti per ambienti; delle resine epossidiche, contenute nelle otturazioni dentali in amalgama e nel rivestimento delle lattine dei cibi in scatola.
Bisfenolo A, il grande accusato
Sono invece noti da tempo gli effetti del bisfenolo A, utilizzato nella produzione di oggetti di plastica, dalle bottiglie, alle custodie dei CD. Il comune denominatore di tutte queste sostanze della famiglia dei fenoli, presenti un po’ ovunque nella nostra vita quotidiana, è di essere interferenti endocrini. Studi di laboratorio e su animali da esperimento hanno dimostrato cioè che queste sostanze sono in grado di interferire con i sistemi ormonali coinvolti nell’accrescimento e nell’aumento di peso. Lo studio, condotto da ricercatori dell’Inserm, degli ospedali universitari di Nancy e Poitiers, unitamente agli esperti dei Centers for Disease Control and Prevention – CDC – di Atlanta e coordinata dall’Inserm e dal gruppo di Epidemiologia Ambientale dell’università di Grenoble, ha preso in esame 520 bambini maschi della coorte EDEN madre-bambino ed è stata finanziata dalla French Agency for Food, Environmental and Occupational Health Safety – ANSES. Le donne in gravidanza che hanno preso parte allo studio, sono state reclutate presso gli ospedali universitari di Nancy e Poitiers tra il 2003 e il 2006. La crescita del bambino veniva valutata attraverso un’ecografia al terzo trimestre di gravidanza , poi attraverso la misurazione di peso e altezza, dalla nascita all’età di tre anni. Su un campione di urine, prelevato in gravidanza, venivano dosati invece i biomarcatori di esposizione ai fenoli presso i laboratori dei CDC negli Usa. I risultati dimostrano che la quasi totalità delle donne, oltre il 95%, risulta esposta in gravidanza a queste sostanze e che l’esposizione della madre ai fenoli può disturbare la normale crescita dei maschietti.
Più inquinanti, più obesità da adulti
Quelli più pericolosi a questo riguardo sono risultati il triclosan e i parabeni. Il primo si correla in modo negativo alla crescita fetale, valutata con l’ecografia al terzo trimestre di gravidanza. L’esposizione ai parabeni invece risultava associata ad un aumentato peso alla nascita e all’età di tre anni; è noto che una crescita accelerata nei primi tre anni di vita si associa ad un aumentato rischio di obesità in età adulta. Per le altre sostanze esaminate nello studio non è stata evidenziata una chiara correlazione con i disturbi della crescita. Si tratta del primo studio ad aver preso in esame sia il periodo della crescita fetale sia quello a tre anni e un numero così ampio di sostanze della famiglia dei fenoli. Gli esperti si augurano di poter eseguire, in futuro, altri studi che forniscano maggiori certezze, ma nel frattempo una soluzione è acquistare prodotti per l’igiene personale che riportino la scritta – senza parabeni. Per il triclosan è sufficiente leggere nell’elenco dei componenti di un prodotto.
Lina Rossi