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A tavola durante la gravidanza

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È vietato “mangiare per due” come si diceva una volta ed è importante conoscere i cibi da limitare o da evitare. Ecco una guida pratica per controllare l’aumento di peso ed evitare rischiose complicazioni.

L’aumento di peso è uno dei valori che il ginecologo controlla in occasione di ogni visita in gravidanza. Il motivo? Per tenere sotto controllo l’incremento ponderale della donna, che in linea di massima non dovrebbe superare il chilo-chilo e mezzo al mese, per un totale a fine gravidanza tra i 9-13 kg. Nelle condizioni ideali, il peso dovrebbe rimanere invariato nei primi tre mesi, per aumentare poi di circa 1,5 kg al mese nei successivi sei. Naturalmente si tratta di indicazioni generali, perché è evidente che, a seconda del peso pregravidico della donna e della sua costituzione fisica, varino di conseguenza anche i chili permessi complessivamente nei nove mesi. Alla domanda “quanti kg posso ingrassare” non esiste, dunque una risposta unica, valida per tutte. A questo si aggiunga che, alla fine della gravidanza, il bambino nel pancione (con liquido amniotico e placenta) incide solo in minima parte (circa 6 kg) sull’incremento totale del peso. Se al conteggio si aggiungono i circa due litri di liquidi trattenuti, si può arrivare a un totale di circa 8 kg. I chili presi in più, insomma, costituiscono solo tessuto adiposo, cioè grasso da smaltire.

Cibi sì, cibi no
Tuttavia, non è solo per un problema di “linea” che i ginecologi raccomandano di prestare attenzione all’incremento ponderale. Anche se magre, non si dovrebbero superare i valori medi consentiti perché
alcuni disturbi tipici dell’attesa (per esempio, il mal di schiena, le difficoltà circolatorie o la pressione alta) potrebbero risultare aggravati da un aumento eccessivo di peso. Più che stare a dieta, in gravidanza occorre mangiare in modo equilibrato e vario, perché il cibo che assume è nutrimento non solo per la donna ma anche per il bimbo che porta nel pancione. È bene quindi fornirgli tutte le sostanze che lo aiutano a crescere sano ed evitare tutto ciò che invece è controindicato. Ecco una breve guida a che cosa si può o non si può mangiare.

  • Salumi– A parte il prosciutto cotto (meglio in buste sigillate e non affettato dopo altri salumi), non si possono consumare tutti gli altri insaccati se non si è immuni
    alla toxoplasmosi, una malattia infettiva, provocata da un parassita degli animali, il Toxoplasma gondii, che può essere pericolosa per il feto se contratta in gravidanza. È per questo motivo che, in vista di una gravidanza o non appena si scopre di essere incinta, il ginecologo prescrive l’esecuzione di un semplice esame di laboratorio, il Toxo-test, per sapere se nel sangue della donna sono presenti anticorpi contro la malattia, segno dell’avvenuta immunizzazione. Sempre per evitare il rischio di contrarre la toxoplasmosi, è sconsigliato mangiare carne cruda, per esempio il carpaccio, o poco cotta.
  • Verdura e frutta– Sono alimenti che dovrebbero mancare nella dieta di tutti, ma soprattutto in gravidanza,grazie al loro prezioso apporto di vitamine e sali minerali, oltre che al loro contenuto di acque e fibre, utili per contrastare la stitichezza, uno dei disturbi più tipici dell’ultimo trimestre. Le verdure, in particolare, possono essere consumate in abbondanza, in quanto grazie al loro limitato apporto energetico sono un aiuto straordinario per sfamarsi tenendo sotto controllo il peso. Attenzione invece a non eccedere con la frutta, in quanto è molto ricca di zuccheri e quindi di calorie. Una sola precauzione: se non si è immuni alla toxoplasmosi, occorre lavare con abbondante acqua e bicarbonato laverdura cruda, come l’insalata, e lavare e sbucciare la frutta.
  • Alimenti proteici– In gravidanza sono fondamentali per lacostruzione delle strutture del feto. Quindi è bene prevedere ogni giorno cibi proteici, alternando carne, pesce, uova e formaggi. La carne e il pesce sono importanti anche per l’apporto di ferro, di cui la donna ha particolarmente bisogno in gravidanza per prevenire l’anemia. Meglio evitare, tra i pesci, il consumo di quelli più grandi (come il tonno o il pesce spada), nei quali si accumulano con più facilità sostanze nocive, e del pesce crudo. È
    prudente anche limitare il consumo di molluschi e crostacei o, comunque, consumarli sempre ben cotti. Da evitare anche il consumo di preparati con uova crude.
  • Latte e derivati– Sono fondamentali in gravidanza, in quanto garantiscono un buon apporto di calcio, indispensabileper la formazione delle ossa del feto. È bene aumentare quindi il consumo non solo di latte, ma anche dei suoi derivati, come lo yogurt e i formaggi, in quanto in questo periodo il fabbisogno di calcio aumenta di circa 400 mg al giorno. Come fare? Con una tazza di latte (da 250 ml) si apportano circa 300 mg di calcio, mentre con 50 g di formaggio tipo grana ben 600 mg.
  • Vino e superalcolici– In gravidanza il loro utilizzo èassolutamente controindicato. Anche il bicchiere di vino ai pasti (suggerito fino a pochi anni fa) è da evitare. È bene quindi eliminare del tutto il consumo di alcolici e superalcolici già da quando si programma una gravidanza o non appena si scopre di essere incinta, perché sicuramente dannosi anchein piccole quantità.
  • Caffè e tè– Anche se per molte donne è facile stare alla larga dal caffè a causa delle nausee, per chinon ne soffre è bene sapere che il consumo di queste bevande in gravidanza andrebbe limitato (non più di un paio di tazzine di caffè o una tazza di tè al giorno) a causa del loro contenuto di sostanze eccitanti. Se non si riesce a rinunciarvi, si possono sostituire queste bevande con caffè d’orzo.

Nicoletta Modenesi
Ha collaborato:
Dott. Massimiliano Monti

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