L’ospite è come il pesce: dopo tre giorni puzza. È un detto popolare poco simpatico, ma purtroppo realistico. Quando si ospita a casa propria una persona, anche se giovane come un bambino o un ragazzo, è facile che le diverse abitudini, protratte a lungo, finiscano per stancare. Per questa ragione, se nostro figlio è invitato a trascorrere qualche giorno di fine estate a casa di un amico o di un compagno di classe, è bene sincerarsi che faccia proprio di tutto per rendersi un ospite poco invadente, bene educato e quindi bene accetto.
Va detto che, proprio perché si ospita un bimbo o un ragazzino, la famiglia dell’amico sarà portata a chiudere un occhio su eventuali piccole manchevolezze. Tuttavia è meglio che il bambino si comporti al meglio, per lasciare un ottimo ricordo di sé, per dimostrare che arriva da una famiglia dove si dà importanza alla buona educazione e, perché no, essere nuovamente invitato. Quindi nel preparare il suo bagaglio è essenziale fornirgli anche le lenzuola e la biancheria da bagno, in modo che la famiglia ospitante non abbia l’incombenza di usare oggetti propri. Prima della partenza, sarà opportuno insegnare al bambino a collaborare in casa dando una sistemata al proprio letto, se già non è abituato a farlo. Anche se non sarà perfetto, la famiglia apprezzerà il tentativo del piccolo di contribuire all’ordine. Lo stesso vale per gli indumenti: quando alla sera o al ritorno dalla spiaggia nostro figlio si cambia, gli abiti sporchi non vanno gettati in terra, ma riposti in un sacchetto, meglio se di stoffa per lasciare evaporare l’umidità. Saranno poi lavati a casa, a meno che la mamma dell’amico non insista per farlo.
Sarà il caso di dare al bambino un po’ di soldi, ricordandogli che gli devono bastare per tutta la vacanza per un gelato, una bibita in modo da non dover chiedere denaro alla famiglia ospitante. Anzi, sarebbe il caso che, verso la fine della vacanza, nostro figlio offrisse a tutta la famiglia una pizza o almeno un gelato o, ancora, acquistasse un piccolo regalo, è sufficiente un mazzolino di fiori, per ringraziare della permanenza. Gli si deve poi ricordare che, essendo ospite, è lui a doversi adeguare alle regole della famiglia e non viceversa. Se, quindi, è abituato ad andare a letto alle 11, mentre gli altri vanno alle 10, dovrà accettarlo di buon grado, trovando un modo per intrattenersi prima di dormire, per esempio leggendo o ascoltando musica. Lo stesso vale per il cibo: se nostro figlio ha particolari preferenze o addirittura non può mangiare alcuni cibi, la famiglia ospitante andrebbe avvisata. Anzi, eventuali alimenti speciali, pasta senza glutine e cibi privi di lattosio, dovrebbero essere forniti da noi e non aspettare che la famiglia dell’amico li acquisti. Il bambino dovrà fare onore alla tavola perché questo fa sempre piacere alla cuoca, ma dovrà evitare di svaligiare la credenza a tutte le ore. Quello che si desidera va domandato – per piacere – e quello che non piace va rifiutato con un garbato – grazie, sono sazio. Una mission impossible? Non è detto. Dobbiamo avere fiducia in nostro figlio, perché con poche regole sarà un ospite perfetto, da invitare assolutamente un’altra volta.
Giorgia Andretti