Le scuole sono finite e sono molti i genitori ancora alle prese su come organizzare il tempo estivo ai propri figli. Alcuni poi stanno ancora decidendo se lasciar andare il proprio figlio per una settimana al campo estivo. L’esperienza della vacanza da solo sarebbe sicuramente positiva e l’entusiasmo è tanto, ma non è detto che un bambino sia realmente pronto per partire da solo. Vediamo insieme come capirlo.
Mai prima dei sette anni
È difficile che, prima dei sette – otto anni, un bambino sia realmente pronto per andare in vacanza senza i genitori o senza nemmeno i nonni. Prima di questa età infatti i bambini difficilmente sono in grado di prendersi cura di se stessi, vestendosi adeguatamente e provvedendo come si deve all’igiene personale. Inoltre, sono ancora troppo fiduciosi verso gli adulti e tendono a credere a tutto quello che è loro detto: non sono in grado di porre quella distanza di sicurezza che si rivela protettiva. Anche dopo questa età, con un maggior grado di autonomia, il ragazzino potrebbe non essere pronto, psicologicamente,a lasciare la casa. Alcuni sono pronti a partire già a otto anni, per altri può essere necessario aspettare anche i dieci o dodici, soprattutto se non sono mai state maturate esperienze come partire con i nonni o con una famiglia di amici. Inutile forzare la mano: bisogna ascoltare le richieste del ragazzino e vedere come si gestisce nella quotidianità e come si relaziona con gli altri. Se è abbastanza autonomo e maturo, potrebbe essere il momento giusto.
I vantaggi della vacanza da solo
Questo tipo di vacanza è utile a tutti i bambini perché stimola lo sviluppo dell’autonomia, ma soprattutto la propria auto-stima, infatti, il bambino deve contare solo sulle proprie forze, vincere momenti di malinconia e risolvere da solo piccoli problemi pratici. Se riuscirà in tutto questo, la sua autostima migliorerà e si sentirà anche più grande. La vacanza da solo permette di rapportarsi meglio con il mondo esterno, senza il filtro perenne dei genitori o dei nonni e questo favorisce lo sviluppo di una personalità unica, anche a porsi meglio con gli adulti. Per una riuscita ancora migliore della vacanza si potrebbe far partire il piccolo con uno o più amici con i quali lui si trova in sintonia, quel tanto quanto basta per avere attorno a sé una rete sicura pur in un ambito del tutto nuovo. Ovviamente il luogo prescelto deve essere di suo gradimento: se ama il movimento, farà un campus multi sport – la UISP Unione Italiana Sport per Tutti ne offre di bellissimi, se preferisce la natura e gli animali potrà iscriversi a una proposta di Legambiente, Lipu o Wwf.
Consigli per mamma e papà
L’atteggiamento rassicurante dei genitori è essenziale per la buona riuscita della vacanza. Al momento della partenza, evitiamo le troppe raccomandazioni, possono indurre nel bambino insicurezza oltre al fatto che potrebbero non essere ascoltate. Sarà sufficiente affidarsi agli educatori e tutto andrà per il meglio. E, niente lacrime alla partenza: se il piccolo è un po’ insicuro e vede la mamma troppo commossa, potrebbe cambiare idea e rifiutarsi di partire. La scelta dei campi estivi rappresenta una buona opportunità formativa per i ragazzini, sarà sufficiente raccomandargli un po’ di attenzione ed augurargli un grande divertimento.
Giorgia Andretti