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Bambini e tempo libero: centri estivi, nonni o baby sitter

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Le scuole sono finite: tre lunghissimi mesi aspettano di essere riempiti di giochi, sonnellini, nuotate, passeggiate e anche di un po’ di compiti. Il problema è che i genitori o almeno uno dei due, lavorando a tempo pieno hanno a disposizione solo due o tre settimane, spesso concentrate nel mese di agosto. È quindi necessario stabilire una adeguata sistemazione per i bambini per circa due mesi. Le possibilità sono tante e non variano solo in base alle disponibilità economiche di mamma e papà, ma anche in relazione all’età del bambino, al suo grado di indipendenza e al fatto che i genitori si sentano pronti a staccarsi da lui per qualche tempo.

 

Quando è ancora molto piccolo

Se la mamma ha ripreso il lavoro e il bambino è ancora piuttosto piccolo, sull’anno-anno e mezzo, è forse preferibile che resti in famiglia. A questa età infatti è ancora molto forte il legame con i genitori, ma non solo: si sveglia ancora spesso durante la notte, non è assolutamente autonomo e non riesce a comunicare i suoi bisogni. I nonni potrebbero occuparsi del bambino  ma, se sono avanti con l’età, potrebbe essere troppo impegnativo, a meno che non ci sia una consuetudine nell’accudimento tale da aver creato un legame affettivo e una sufficiente confidenza reciproca. Se la mamma non ha un’occupazione oppure è ancora in maternità, può prendere in considerazione la possibilità di trascorrere qualche giorno fuori città, in modo che il piccolo passi del tempo in un clima più fresco e meno inquinato. È meglio però non andare da sola con il bambino, ma partire con un’amica, una sorella, o con la nonna. Se entrambi i genitori lavorano, ci si può affidare a una baby sitter, con la raccomandazione di uscire solo nelle ore più fresche  preferendo zone ombrose e poco trafficate e non dimenticare mai una buona riserva di acqua e un repellente per gli insetti.

 

Se è più grandicello: in città o fuori?

Le possibilità si ampliano se il bambino è più grande. Dai quattro-cinque anni in su e a maggior ragione più avanti le esigenze cambiano, gli interessi si spostano anche al di fuori della famiglia e aumenta il grado di autonomia perché il bambino dorme più a lungo, sa mangiare da solo, vestirsi e gestirsi all’esterno. Si può allora prendere in considerazione la possibilità di lasciarlo da nonni, se sono disponibili, al mare o in montagna. Forse i nonni saranno più tolleranti dei genitori e anche più apprensivi… ma è normale che sia così, perché il bambino impara da subito la differenza tra il ruolo dei genitori e quello dei nonni. Le regole più importanti, però, come il sonno, l’orario dei pasti, le uscite serali e i compiti, vanno messe in chiaro fin da prima della vacanza. Dai cinque-sei anni in poi c’è anche la possibilità dei campi estivi, sia in città sia in montagna o al lago: i bambini di solito apprezzano questa soluzione perché praticano molto sport, apprendono una lingua e stanno con i coetanei. I più piccoli, di cinque o sei anni, dovrebbero orientarsi su campus cittadini o i classici oratori per una o due settimane. Più avanti, possono stare anche un paio di settimane lontani da casa, dai sette-otto anni, insieme a qualche amico del cuore. Dalle scuole medie in poi si può anche decidere di organizzare un periodo all’estero.

 

Giorgia Andretti

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