Questi dati dovrebbero far riflettere se è corretto inserire l’insegnamento della religione – tra le materie nelle scuole o se è più opportuno inserire al suo posto l’insegnamento dell’educazione civica, inteso come insegnare il rispetto non solo delle leggi, ma anche dello spazio vitale di ogni singola persona. L’insegnamento dovrebbe far apprendere ai piccoli studenti di oggi, donne e uomini che si occuperanno del nostro domani, il rispetto dello spazio vitale di ogni singola persona. Lo spazio vitale proprio deve terminare dove ha inizio lo spazio vitale dell’altro, il tutto sempre nel rispetto delle norme legali e morali.
Nel nostro paese l’insegnamento della religione nelle scuole pubbliche è facoltativo, ma è comunque previsto. Gli studenti possono scegliere di partecipare o no ai corsi opzionali. L’insegnamento della religione viene svolto in conformità degli accordi tra lo Stato italiano e le varie confessioni religiose presenti nel nostro paese. L’insegnamento della religione cattolica è prioritario ed ha preso l’avvio dai Patti Lateranensi, una serie di accordi sottoscritti nel 1929 tra il Regno d’Italia e la Santa Sede. Questi trattati diedero origine alla Città del Vaticano come entità sovrana e regolarono i rapporti tra lo Stato italiano e la Chiesa cattolica. Tra le disposizioni più importanti troviamo il riconoscimento del cattolicesimo come religione di Stato in Italia e l’assegnazione di uno status particolare alla Chiesa cattolica all’interno dello Stato italiano. La Costituzione italiana, approvata nel 1948, ha introdotto modifiche a tali accordi, ma non li ha abrogati completamente, la religione cattolica è la più diffusa, ma come recita l’art. 8 della Costituzione: – tutte le confessioni religiose sono egualmente libere davanti alla legge. Le confessioni religiose diverse dalla cattolica hanno diritto di organizzarsi secondo i propri statuti, in quanto non contrastino con l’ordinamento giuridico italiano.
Gli studenti possono scegliere di partecipare a corsi di religione della loro confessione oppure optare per un percorso di studio etico-culturale. L’insegnamento del credo islamico viene regolato in Italia in base all’Accordo Stato-Islam del 2015. Questo accordo prevede le modalità e i contenuti per l’insegnamento della religione islamica nelle scuole italiane. Tuttavia, l’insegnamento dipende dalla richiesta e dalla presenza di studenti di fede islamica e viene svolto da insegnanti nominati dalle comunità islamiche. La stessa cosa vale per l’insegnamento della religione ebraica, come per le altre religioni è riconosciute ufficialmente, l’insegnamento della religione ebraica è regolamentato e può essere offerto agli studenti su richiesta, soprattutto in base alla presenza di studenti di fede ebraica. L’istruzione riguardante la religione ebraica viene svolta da insegnanti nominati dalle comunità ebraiche, conformemente alle disposizioni legali.
La libertà di poter scegliere è stabilita dal D.L 297/1994 – art. 309-311. La scelta si effettua attraverso la compilazione di un modulo al momento dell’iscrizione e può essere modificata di anno in anno. La scuola dal suo canto deve poter garantire la sicurezza degli studenti all’interno della scuola ed offrire attività alternative alla didattica della religione. A conclusione della libertà di credo religioso nelle scuole viene da proporre quanto scritto in testa a questo articolo ovvero: è più opportuno inserire al suo posto l’insegnamento dell’educazione civica, inteso come insegnare il rispetto non solo delle leggi, ma anche dello spazio vitale di ogni singola persona. Lo spazio vitale proprio deve terminare dove ha inizio lo spazio vitale dell’altro, il tutto sempre nel rispetto delle norme legali e morali.
Rossi Lina
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