Questo declino è parte di una tendenza iniziata diversi anni fa che sembra intensificarsi, suscitando dibattiti su come affrontare l’invecchiamento della popolazione e la diminuzione della forza lavoro potenziale. Vari fattori contribuiscono a questa situazione, inclusi la precarietà lavorativa, il costo elevato della vita nelle grandi città, e la mancanza di servizi di supporto adeguati alle famiglie. Inoltre, il futuro delle nuove generazioni è anche strettamente legato alla capacità della società di riconoscere le esigenze delle donne moderne.

Il cambiamento delle aspirazioni socio-lavorative delle donne è fondamentale

Nel dibattito sulla denatalità nel nostro paese non possiamo non tener presente il ruolo delle donne. Un tempo il ruolo delle donne era spesso limitato a quello di angelo del focolare domestico. Tuttavia, negli ultimi decenni, le donne hanno conquistato un ruolo sempre più attivo e significativo nel mondo del lavoro, cercando di qualificarsi e affermarsi professionalmente. Questo cambiamento culturale e sociale, pur essendo una conquista fondamentale verso l’uguaglianza di genere, ha avuto un impatto significativo sul momento in cui le donne scelgono di diventare madri. Oggi molte donne scelgono di posticipare la maternità per concentrarsi sulla carriera e sulla realizzazione personale. Questo rinvio purtroppo si scontra con la biologia, considerando che il raggiungimento degli obiettivi professionali avviene spesso in età più avanzata, intorno ai 35-39 anni. Purtroppo, questa scelta si scontra con le realtà biologiche della procreazione. La fertilità biologica della donna subisce un primo calo significativo, anche se graduale, già intorno ai 32 anni e un secondo più rapido dopo i 37 anni, fino ad essere prossimo allo zero negli anni che precedono la menopausa.

Con l’aumento dell’età, la possibilità di concepire spontaneamente diminuisce

La realtà biologica porta molte coppie a ricorrere a trattamenti per la fertilità, che possono essere costosi, emotivamente impegnativi e non sempre garantiscono il successo. Questa dinamica evidenzia la necessità di interventi che possano sostenere le donne nel bilanciare carriera e famiglia. Politiche che promuovono la flessibilità lavorativa, congedi parentali adeguati e accesso a servizi di cura per l’infanzia potrebbero aiutare a mitigare questi problemi. Inoltre, promuovere una cultura del lavoro che riconosca e valorizzi la parità di genere è fondamentale per permettere alle donne di fare scelte libere e consapevoli riguardo alla maternità, senza dover sacrificare le loro aspirazioni professionali. Inoltre, è fondamentale promuovere un cambiamento culturale alternativo, ovvero pensare ad una gravidanza nell’intervallo tra l’uscita dell’università e l’ingresso nel mondo del lavoro. Per avviare questo cambiamento culturale è necessario attivare delle politiche sociali che si facciano carico economicamente di quest’arco di tempo, ovvero, avere figli prima di entrare nel mondo del lavoro per garantire un futuro prospero e sostenibile al nostro paese.

In sintesi, i dati ISTAT sulla natalità evidenziano una situazione critica che richiede interventi tempestivi e coordinati a livello nazionale.

Dott. Rosalba Trabalzini

Responsabile scientifico Guidagenitori.it

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