Genitori a lezione di sicurezza
25 Marzo 2009
Come conservare il latte materno
27 Marzo 2009

Le tappe dello sviluppo affettivo

Condividi sui social

Ecco come i bambini modificano, crescendo, il rapporto con il mondo esterno, con i coetanei e con gli adulti: un viaggio tra necessità di confronto e bisogno di autoaffermazione.

Con il termine affettività si intende lo sviluppo delle emozioni e dei sentimenti umani. Le emozioni sono le prime a insorgere nell’animo e sono la base su cui si costruiscono i legami affettivi: è da esse che inizia poi un legame sentimentale, proprio come avviene nell’innamoramento. Vediamo tappa per tappa come si sviluppano i sentimenti del bambino in base alle fasce d’età.

Da 0 a 7 mesi
Le emozioni insorgono durante i primi mesi di vita del neonato ed esse sono da mettere in relazione alla piacevolezza o al disagio provati in base alla soddisfazione o meno dei bisogni primari del bambino. Si riconoscono dunque emozioni piacevoli legate, per esempio, alla soddisfazione del bisogno di mangiare o all’atto di essere massaggiato a lungo. Sensazioni di disagio invece sono da rapportare a situazioni di dolore generalizzato come per esempio in caso di coliche del neonato o di contrazioni muscolari della parete dello stomaco quando questo ha bisogno di essere appagato con il latte. La personalità del neonato, dunque, è costituita da un insieme di bisogni che esigono la loro soddisfazione piena e immediata: il bambino percepisce lo stato emozionale del benessere quando questo arriva come soddisfacimento al disagio.
Nei primi mesi, la figura della mamma è ancora percepita dal bambino come parte integrante di se stesso: le braccia della mamma sono il completamento di sé e l’esserne separato può venire percepito come un disagio cui trovare soluzione. Ecco quindi che piano piano sboccia il primo legame affettivo, quello con la persona che fin dall’inizio si prende cura in modo esclusivo del bambino, indipendentemente se si tratti della mamma biologica o della mamma adottiva.

Da 8 mesi
La percezione di essere un sé separato dalla mamma, inizia nel bambino tra il settimo e l’ottavo mese: egli comincia a comprendere di essere una entità diversa alla mamma, dal papà e da tutte le altre figure che popolano la famiglia. Da questa tappa inizia il progressivo distacco tra sé e l’altro, anche fisicamente: il piccolo comincia a stare seduto da solo, gattona e i suoi movimenti iniziano a seguire uno schema coordinato e non più disorganizzato.
È questo il momento in cui insorge la paura dell’estraneo. Il bambino, infatti, mostra una sorta di angoscia quando ad avvicinarsi per prenderlo in braccio è una figura che non sia quella materna.
Con la percezione della realtà esterna al proprio io, inizia per il bambino anche la progressiva instaurazione di legami affettivi: le emozioni istintive dei primi mesi lasciano il posto ai sentimenti come la gioia, la paura, l’angoscia e la rabbia. Il legame con la mamma si fa più consapevole: il bambino inizia a sperimentare il distacco dal suo punto di riferimento certo e se questo passaggio viene affrontato serenamente, il bambino svilupperà un senso di benessere affettivo che lo accompagnerà nel corso di tutta la vita. Il primo legame affettivo amplia gli orizzonti, ora a essere oggetto dell’affettività da parte del bambino oltre al papà ci sono anche i fratellini, i nonni, baby sitter, ma anche i suoi peluche e i giochi.

Da 18 mesi
Se il progressivo distacco dalla mamma è avvenuto in modo sereno e consapevole, il bambino avrà potuto quindi sviluppare una delle sua prime convinzioni: la sua mamma è una base sicura da dove partire, sapendo che al rientro è sempre pronta ad accoglierlo con un caldo abbraccio. È dallo sviluppo di questa prima convinzione che il bambino è pronto per affrontare la realtà esterna, a stabilire relazioni con gli altri componenti della famiglia riconoscendo loro il proprio ruolo (come quello dei nonni, dei fratelli, degli zii) e a instaurare i primi legami con gli altri bambini al nido o con le educatrici.
La relativa autonomia motoria, progressivamente acquisita, permette al bambino di sperimentare gli stati emotivi che possono derivare dal voler vedere soddisfatto immediatamente un bisogno. Per esempio, se il bambino vuole un gioco che non può ottenere o se desidera essere preso in braccio ma per qualche ragione questo non può avvenire, l’emozione della rabbia può dar l’avvio a un sentimento di impazienza.

Dai 3 anni
Il bambino a questa età, grazie allo sviluppo psico-neurologico, è decisamente più autonomo, anche nelle relazioni affettive: il sistema nervoso e motorio sono quasi completati.
L’ingresso alla scuola materna, e quindi la socializzazione con gli altri bambini, fa sì che i sentimenti inizino a essere proiettati anche verso persone diverse dalla propria famiglia. Ecco quindi i primi sentimenti contrastanti: le prime simpatie o antipatie verso coetanei con cui gioca in modo più o meno in sintonia. Nascono i primi sentimenti verso l’altro sesso, anche se si tratta ovviamente di sentimenti semplici e soprattutto molto vulnerabili. Poiché il bambino non ha ancora imparato a gestire la sua affettività, come la rabbia, la gelosia, il possesso verso le cose e le persone, non sono rari gli atteggiamenti aggressivi, come mordere o picchiare gli altri bambini; di fatto il bimbo non è ancora in grado di controllare i propri stati emotivi.
Con l’ingresso alla scuola elementare l’affettività si amplia ulteriormente verso i coetanei, con i quali i rapporti diventano meno conflittuali poiché il bimbo ha imparato ora a gestire la sua affettività e le insicurezze.

Dagli 11 anni
È con l’adolescenza che i legami affettivi assumono una forma più simile ai sentimenti degli adulti. L’adolescente inizia a essere attratto sentimentalmente verso i coetanei dell’altro sesso: responsabile di questo nuovo comportamento sono i feromoni (sostanze specifiche emesse dagli organismi animali che permettono il riconoscimento sessuale degli individui) e l’assetto ormonale che proprio in questo periodo raggiunge il massimo equilibrio sia nelle ragazze sia nei ragazzi.
Biologicamente si attiva la fisiologica ricerca del partner verso cui riversare l’affettività. Le emozioni e i sentimenti continuano a essere, in concomitanza con lo sviluppo biologico, la base per lo sviluppo dell’affettività, che resterà così inalterata per tutto il corso della vita.

 

Anna Pelegrini

 

Ha collaborato:
Dott.ssa Rosalba Trabalzini
Psichiatra – Psicoterapeuta- laureata in psicologia clinica

Registrati o Accedi

Lascia un commento