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Quale acqua può bere un neonato

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L’acqua è vita, senza di essa non potrebbe esistere nessun essere vivente. Solo un organismo ben idratato è in grado di compiere tutte le funzioni in modo regolare, garantendo il benessere, in particolare, l’organismo di un bambino piccolo. Nel corpo avviene un continuo ricambio idrico: con le urine, le feci e la traspirazione, i liquidi eliminano il calore e le tossine in eccesso ed è necessario reintegrarli prontamente, per evitare che si vada incontro a problemi di disidratazione. Questo rischio si corre soprattutto quando un bambino si ammala di gastroenterite: le frequenti scariche liquide, che non sempre riescono a essere recuperate bevendo perché il bambino può avere vomito, fanno calare in modo pericoloso il livello dei liquidi nell’organismo.

Il bisogno di bere del bambino
Un bambino, insomma, ha una grande necessità di bere: bere acqua, semplicemente, il più spesso possibile e il più a lungo possibile, evitando le cattive abitudini di assumere bibite dolci e gassate. Nei primi mesi di vita, il neonato allattato al seno non ha bisogno di bere altri liquidi perché il latte materno contiene anche la giusta dose di liquidi per soddisfare i bisogni di idratazione del bimbo. È la mamma, piuttosto, che dovrebbe aumentare la quantità di acqua assunta ogni giorno, proprio per favorire la produzione di latte abbondante, dissetante oltre che ricco di sostanze nutritive. Il discorso è un po’ diverso nel caso del latte ricostituito: quando questo è già liquido, pronto da bere, il bambino potrebbe avere bisogno di assumere un po’ d’acqua, perché questo tipo di latte è normalmente più denso rispetto a quello materno. Si può allora proporre al piccolo, di tanto in tanto, qualche cucchiaino di acqua a temperatura ambiente. Si può proporre semplicemente quella del rubinetto, fatta bollire per un paio di minuti e lasciata raffreddare. Nel nostro paese infatti le acque sono rigorosamente controllate e contengono sostanze minerali entro i limiti previsti dalla legge.

Occorre un’acqua povera di minerali
Per andare ancora più sul sicuro, si può scegliere un’acqua in bottiglia adatta alle esigenze del bambino. Le acque in bottiglia non sono tutte uguali. Quella che compare in tavola, più ricca di minerali per soddisfare le esigenze nutrizionali di un adulto, non è adatta ad un neonato, i suoi reni, infatti, non sono ancora abbastanza maturi per eliminare la quantità di cloro, sodio, potassio che possono essere presenti nelle acque minerali. Per un bimbo di pochi mesi vanno bene le acque minimamente mineralizzate, cioè quelle con un residuo fisso inferiore a 50 mg per litro. Queste acque sono adatte ai bambini fin verso i sei anni di età, dopodiché potranno bere quelle che vengono assunte anche dal resto della famiglia, ovvero le oligominerali più ricche di sostanze ma con un residuo fisso sempre piuttosto ridotto, tra 50 e 500 mg per litro. Un bambino che ha già completato lo svezzamento e che si alimenta quasi come il resto della famiglia dovrebbe assumere almeno un litro di acqua al giorno, esclusa quella introdotta con le minestre, la frutta, la verdura e il latte. Spesso però i più piccoli non si rendono conto dello stimolo della sete: quindi è bene stimolarli, offrendolo loro un bel bicchiere di acqua o la classica bottiglietta, soprattutto dopo il gioco dinamico e le prime attività sportive.

Giorgia Andretti

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