La European Association for the Study of Obesity – EASO – ha dichiarato l’obesità: malattia cronica vera e propria. Dal 1975 ad oggi i tassi di obesità nel mondo sono triplicati e sono aumentati di quasi cinque volte tra i bambini e gli adolescenti. Secondo i dati OMS, obesità e sovrappeso interessano oltre due miliardi di persone nel mondo, gli obesi conclamati rappresentano circa seicentocinquanta milioni di persone. Quaranta milioni sono i bambini sotto i cinque anni in sovrappeso, dieci milioni in più rispetto al 2000. In Italia, tra gli adulti, secondo i dati Istat, più di un terzo della popolazione è in sovrappeso e più di una persona su dieci è obesa, per un totale di ventitré milioni di persone in sovrappeso e cinque milioni con obesità conclamata. Gli ultimi dati diffusi dall’Istituto Superiore di Sanità mostrano i seguenti valori: il 21,3% dei bambini è in sovrappeso e il 9,3% obeso. Tra i Paesi europei siamo la Nazione con i livelli più alti di obesità infantile. Il fenomeno è più diffuso tra i maschi e nel Mezzogiorno, la maglia nera va ai bambini campani con oltre il 40% tra sovrappeso e obesità.
L’accumulo di calorie derivanti dall’alimentazione si trasforma in tessuto adiposo. L’organismo accumula le calorie in eccesso aumentando sia il volume sia il numero delle cellule adipose. Mentre il volume delle cellule adipose può essere ridotto con la terapia appropriata, è estremamente difficile ridurre il numero delle nuove cellule adipose. Si tratta di una patologia eterogenea e multifattoriale, al cui sviluppo concorre un complesso mix di alimentazione, stile di vita, fattori genetici, psicologici, socioculturali, economici e ambientali. L’incremento di obesità si attribuisce a cambiamenti sociali nelle abitudini alimentari, alla disponibilità di cibo e bevande caloriche, oltre che al dilagare di stili di vita meno attivi. Troppi bambini e adolescenti non praticano alcuna attività fisica, soprattutto nelle Regioni meridionali.
L’obesità, durante l’infanzia, influenza negativamente: l’autonomia, l’autostima, il benessere psicologico, il rendimento scolastico e la qualità complessiva di vita, favorendo la discriminazione, l’isolamento, il bullismo e conseguente ansia reattiva. Inoltre, all’obesità pediatrica si associano patologie tipiche dell’età adulta: il diabete, l’ipertensione, la steatosi epatica, la sindrome metabolica, la cardiopatia ischemica, l’insufficienza respiratoria fino ad alcuni tipi di forme tumorali. Oltre a tutto ciò, gli adulti obesi hanno anche minori opportunità lavorative e peggiore qualità globale di vita. Purtroppo, chi soffre di obesità in età infantile, spesso lo sarà anche da adulto.
L’obesità ha cause multifattoriali, necessariamente la prevenzione deve coinvolgere tutti gli attori che intervengono nella promozione e tutela della salute in età infantile: famiglia, scuola, pediatra di base e istituzioni.
Il ruolo dei genitori è di fondamentale importanza: sono i primi influencer dei figli sia sullo stile alimentare sia sullo stile di vita.
Dott. Carlo Alfaro
Pediatra – adolescentologo