Tra giorni di sole e giornate di vento e pioggia, è un classico del fine inverno sentire le mamme scambiarsi opinioni su come tenere a bada il mal di gola del proprio bambino. Il mal di gola, però, è solo un sintomo, non è una malattia vera e propria. Può essere il segnale di una infiammazione alla faringe, alla laringe o ancora più in profondità, alla trachea. Capire più o meno l’origine è di aiuto per come comportarsi, senza dimenticare che il pediatra costituisce un punto di riferimento più che valido per accertarne l’origine.
La faringite
Se oltre al mal di gola compaiono anche difficoltà a deglutire, inappetenza, febbre alta e rigonfiamento delle tonsille, si tratta con ogni probabilità di faringite, spesso sinonimo di mal di gola. La faringite può essere una reazione virale al Rhinoviru ma, possono essere responsabili batteri che colpiscono un organismo già provato da un precedente attacco virale: spesso il responsabile è lo Streptococco beta emolitico di tipo A. I sintomi della faringite batterica sono simili a quelli della faringite virale, ma in più il bambino è debole, affaticato e presenta le classiche placche biancastre in gola dovute all’azione dei batteri. È bene rivolgersi al pediatra il quale suggerirà un eventuale antinfiammatorio pediatrico per tenere sotto controllo febbre e dolore. Per capire se il problema può essere di tipo batterico, si effettua il tampone faringeo, toccando la gola del bambino con un bastoncino cotonato e facendo esaminare le secrezioni in laboratorio. Se si rileva la presenza di batteri, occorre assumere una cura antibiotica specifica.
La laringite
Il mal di gola legato alla laringite può avere diversi sintomi a seconda che il problema sia acuto o cronico. I sintomi della laringite acuta sono dolore e fastidio alla gola, che si accentuano quando si deglutisce. Compaiono inoltre raucedine, tosse stizzosa e difficoltà a parlare. La laringite cronica è dovuta spesso a un prolungato uso della voce ed è caratterizzata da raucedine, tosse persistente, alterazioni del tono della voce, pizzicore e tosse. Per affrontare la laringite acuta è necessario il riposo in un ambiente sufficientemente umidificato: è utile per mantenere ben idratata la mucosa delle vie respiratorie e quindi per contrastare l’infiammazione ed il dolore. Può essere utile ricorrere ai classici suffumigi, ponendo in una bacinella un po’ di acqua calda, con qualche goccia di tea- tree oil disciolta: ci si copre il capo con un ampio telo e si respirano i vapori benefici. È un rimedio utile soprattutto se compare anche il raffreddore. Ci si deve rivolgere al pediatra quando la tosse rimane secca e persistente e la febbre sale oltre i 38,5°C: potrebbe significare che l’infezione si è estesa e c’è una complicanza in corso, dovuta eventualmente a una sovranfezione batterica. Per la laringite cronica possono servire ulteriori accertamenti per escludere che sia legata a qualche problema più serio, come per esempio una forma allergica.
La tonsillite
Sia la tonsillite virale sia quella batterica presentano, oltre a un mal di gola particolarmente forte, febbre e tonsille arrossate e ingrossate. Nella tonsillite virale compare anche raffreddore, lacrimazione agli occhi e tosse. In quella batterica, la febbre è più alta, 39 e più gradi, e possono comparire mal di testa e placche di colore bianco-giallastro sulle tonsille. Per la diagnosi è necessario il tampone: se positivo, è necessario ricorrere agli antibiotici specifici per il batterio individuato. Se, invece, il responsabile dell’infiammazione è un virus, gli antibiotici non servono e si possono assumere farmaci per abbassare la febbre e calmare il mal di gola, come il paracetamolo. Occorrono circa dieci giorni per guarire completamente.
Lina Rossi