Libri per parlargli di ospedali
8 Marzo 2011
Quando le notizie spaventano
10 Marzo 2011

Il bimbo ha battuto la testa!

Condividi sui social

Succede spesso che un bambino picchi la testa giocando o cadendo. Nella maggior parte dei casi non capita nulla, l’osservazione nelle prime ore non va però trascurata.

Una caduta dalla bicicletta, uno scontro con un amichetto mentre si corre ai giardinetti o un banale capitombolo dal letto. Quando si è piccoli, i traumi al capo sono un evento piuttosto frequente e, fortunatamente, sono quasi sempre di poco conto. Possono essere più seri quelli che un bambino riceve mentre è in movimento, per esempio mentre sta correndo o sta sfrecciando in bicicletta, oppure se si trova in posizioni elevate, come, per esempio, in caso di cadute dallo scivolo. Anche la superficie di impatto è determinante, perché sono più pericolose le cadute sul cemento, rispetto a quelle sull’erba o sul terriccio. Per fortuna, soprattutto quando si tratta di bambini, il danno è quasi sempre limitato al cuoio capelluto ed è raro che il tessuto osseo riceva un danno. Certo, genitori, nonni o tate si spaventano molto per la comparsa di grossi bernoccoli o per il sanguinamento abbondante, ma questo è dovuto al fatto che il tessuto cutaneo del capo è ricco di vasi sanguigni e di terminazioni nervose, quindi è normale che compaiano sangue, dolore e gonfiore.

Primo soccorso in caso di caduta
Raramente, però, a una manifestazione esterna si accompagna un danno più profondo. In ogni caso, è bene lavare la ferita con acqua corrente e disinfettare bene con una soluzione non alcolica. Il gonfiore può essere tenuto sotto controllo con l’applicazione di una borsa del ghiaccio, da lasciare sulla zona lesa per dieci minuti. Quindi va rimossa e applicata ancora dopo altri dieci minuti. Se, però, la caduta ha provocato una ferita ampia, è opportuno recarsi al pronto soccorso più vicino per una visita ed, eventualmente, per l’applicazione di punti di sutura. In questo modo il personale medico può anche valutare le circostanze dell’incidente e stabilire se è opportuno, dopo un’accurata visita neurologica, sottoporre il bimbo ad una Tac del cranio. Anche in questo caso, non è detto che ci si debba preoccupare: a volte, infatti, il danno è lieve e non determina serie conseguenze.

Controllare soprattutto le prime ore
Dopo che un bambino o anche un adulto ha subito un trauma cranico, è bene controllare le condizioni neurologiche soprattutto nelle prime 24 ore successive all’evento. Se non succede nulla e non compaiono malessere, vomito o perdita di conoscenza, è possibile tornare alla vita di sempre, perché evidentemente il colpo non ha causato danni. Le ore critiche sono soprattutto le prime sei. Se il colpo è stato preso nelle ore serali, i genitori possono, per quella notte, dormire nella cameretta con il bimbo o portarlo con sé nel lettone, per verificare che il sonno sia regolare e che il piccolo respiri normalmente. Inoltre, nel corso della notte il bimbo andrebbe svegliato almeno un paio di volte per essere fatto parlare e camminare: è fastidioso, certo, ma indispensabile per valutare che non abbia problemi neurologici. Se il piccolo lamenta dolore nella zona della caduta, è possibile rivolgersi al pediatra o alla guardia medica e chiedere se è consigliabile la somministrazione di una dose di paracetamolo.

Quando occorrono gli esami
Se nelle prime ore dopo un trama il bambino è soggetto a crisi di vomito “a getto”, diverso da quello che compare a causa di un’indigestione, se si mostra assonnato o poco reattivo, è il caso di recarsi, senza agitarsi, a un pronto soccorso, meglio se pediatrico. Potrebbero infatti essersi verificate lesioni ai vasi sanguigni, con ematomi sub-durali che causano un aumento della pressione intracranica e, quindi, il vomito e il malessere. Nel bambino di età inferiore all’anno, una prima valutazione clinica è rappresentata dalla verifica della presenza di eventuale tensione in corrispondenza della fontanella, al vertice del cranio: se la zona in questo punto si presenta gonfia, potrebbe essere segnale di ipertensione all’interno del cranio conseguente a lesione postraumatica. Dopo una accurata visita neurologica, si effettua una TAC dell’encefalo, un esame che consiste nel far stendere il bimbo su un lettino, che avanza fino a passare attraverso un anello che ruota velocemente, emettendo una piccola dose di raggi X. Questi attraversano il capo, registrano la presenza di eventuali alterazioni e le portano all’esterno sotto forma di dati numerici. Un eventuale ematoma dovuto al trauma può essere svuotato con un intervento di neurochirurgia, che è certo un’operazione delicata, ma che nella maggior parte dei casi viene superata bene e non lascia alcun problema nel bambino.

 

Giorgia Andretti

Registrati o Accedi

Lascia un commento