Cosa fare quando la chetosi o acetone si presenta nel bambino.

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Cosa fare quando la chetosi o acetone si presenta nel bambino.

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Alito odoroso di frutta matura, vomito frequente e pallore, sono i sintomi della chetosi, meglio conosciuta come acetone, un disturbo frequente ed innocuo. Si presenta quando il bambino ha una carenza di zuccheri.

Può presentarsi tutto l’anno, ma è frequente nei mesi freddi, prima delle feste, quando l’alimentazione inizia a privilegiare alimenti un po’ grassi, oppure quando le forme febbrili fanno la loro comparsa. Stiamo parlando dell’acetone o chetosi nei bambini. Più che una malattia è un malessere conseguente ad uno squilibrio alimentare, causato in particolare dalla mancanza o dalla carenza di zuccheri nell’organismo. Solo in rarissimi casi può essere sintomo di una malattia seria, come il diabete. Non bisogna quindi allarmarsi quando compare anche perché per curare l’acetone basta seguire una corretta dieta alimentare.

Carenza di zuccheri
L’equilibrio metabolico del bambino è più delicato rispetto a quello dell’adulto, è più veloce e ha meno risorse energetiche a disposizione, sotto forma di zuccheri. Per questo la chetosi colpisce soprattutto i più piccoli quando si verificano carenze di zuccheri: quando il corpo ha bruciato tutti gli zuccheri di cui ha bisogno per produrre energia, prima quelli introdotti con il cibo poi quelli in deposito, attinge zuccheri ad una fonte alternativa, rappresentata dai grassi. Il metabolismo dei grassi causa la produzione di scorie – i corpi chetonici – che passano nel sangue e svolgono un’azione leggermente tossica, responsabile dell’acetone nei bambini.

Non è una malattia
Di per sé l’acetone non è quindi una malattia ma la conseguenza di altri disturbi molto comuni nei bambini piccoli, che li portano ad esaurire le scorte di zucchero necessario a produrre l’energia vitale. Può essere provocato da un digiuno prolungato, dal vomito o da diarrea, che impediscono di introdurre o trattenere cibo che il metabolismo trasformerebbe in zuccheri, magari a causa di un malattia che comporta febbre o da gastroenteriti. L’acetone, in alcuni casi, può essere anche provocato da uno sforzo fisico molto prolungato che fa consumare al bambino più energia di quanto sia in grado di produrre.

Come si riconosce
Impossibile non accorgersi che il piccolo “ha l’acetone”: l’alito del bambino è caratterizzato da un caratteristico odore di frutta troppo matura. Possono comparire inoltre dolori addominali, mal di testa, sonnolenza, irritabilità, insomma un senso generale di malessere che colpisce il piccolo. Alito a parte, è comunque possibile fare delle verifiche diagnostiche da effettuare a casa, acquistando in farmacia strisce con reagenti chimici, versarvi sopra qualche goccia di urina e, in un minuto, si ha il responso in base al colore che assume il reagente. Se il risultato è positivo, cioè se il bambino ha l’acetone, è sufficiente adottare alcune norme dietetiche. Se è negativo (ossia c’è assenza di acetone) e il bimbo sta poco bene è bene rivolgersi al pediatra per una diagnosi più approfondita.

Come si cura l’acetone
Non trattandosi di una malattia, non sono necessari farmaci per curare l’acetone. È meglio piuttosto ricercare le cause che hanno provocato il disturbo, curare quelle e di conseguenza anche l’acetone se ne andrà. Alla base, come sempre, resta una corretta alimentazione: è importante somministrare al bambino alimenti ricchi di carboidrati come pasta, pane, patate, riso, frutta e verdura (da valutare in caso di diarrea). Gli alimenti che dovranno essere sostituiti per un po’ di tempo saranno quelli ad alto contenuto di grassi come il latte intero, il burro, la cioccolata. In particolare è bene evitare il latte che potrà essere sostituito con tè zuccherato, succhi di frutta o spremute d’arancia diluiti con acqua anche a colazione, per qualche giorno. In questo modo si reintegrano le scorte di energia e l’organismo riprende ad utilizzare gli zuccheri come combustibile. In genere già poco dopo, a volte anche dopo poche ore, il bambino tornerà a sentirsi meglio.

Dott.sa Rosalba Trabalzini
Responsabile Scientifico di Guidagenitori.it
Con la consulenza del Prof. Luigi Tarani
Clinica Pediatrica
Università degli Studi
“La Sapienza” di Roma

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