Oggi 2 aprile è la Giornata mondiale per la consapevolezza sull’Autismo, un disturbo neurobiologico che non può più essere ignorato a causa del numero sempre più alto di malati. Purtroppo, la completa mancanza di consapevolezza delle cause rende impossibile anche la ricerca verso una terapia mirata. L’autismo è sicuramente una delle maggiori emergenze mediche, visto il numero crescente di casi conclamati. Le Nazioni Unite attraverso il segretario generale António Guterres ha invitato tutti: società scientifiche e istituzioni a svolgere un ruolo attivo nel riconoscere i loro diritti di cittadini. Inoltre è stato affermato l’impegno a cercare in tutti i modi di favorire l’integrazione dei malati nella socialità e nel lavoro, in modo che possano avere un ruolo sociale attivo e vivere pienamente come è diritto di tutti gli esseri umani.
L’autismo noto anche come disturbo dello spettro autistico – ASD – una condizione neurologica permanente, si manifesta durante la prima infanzia, a prescindere dal sesso, razza o status socio-economico. Segni e i sintomi dell’autismo possono variare ampiamente da individuo a individuo, ma possono includere:
La Società Italiana di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza –SINPIA – traccia un bilancio sugli obiettivi raggiunti e quelli da raggiungere, condividendo di fatto gli obiettivi delle Nazioni Unite. Ricorda inoltre, le difficoltà relative all’accesso ai servizi per molti malati e alla difficoltà incontrate nel passaggio verso l’età adulta. Tra i bambini con disturbo del neuro-sviluppo, solo uno su due riesce ad ottenere un percorso diagnostico nei servizi pubblici di neuropsichiatria infantile, e solo uno su tre, riesce ad ottenere una risposta terapeutica. Meno di uno su dieci riesce ad avere risposte nell’età adulta. Con la pubblicazione dei nuovi Livelli Essenziali di Assistenza – LEA – per la prima volta i disturbi dello spettro autistico sono stati inseriti tra le malattie e quindi a livello istituzionale dovranno essere date risposte alle famiglie con autistici a carico.
Mancano però le condizioni che permettono l’effettiva erogabilità di interventi appropriati: personale sufficiente e servizi con organizzazione adeguata e omogenea tali da garantire la formazione permanente degli operatori sulle più recenti evidenze. E’ invece positiva la sempre maggiore attenzione al coinvolgimento attivo dei genitori e dei contesti di vita e alla personalizzazione degli interventi, a partire dalle migliori evidenze disponibili ma soprattutto alla diagnosi precoce. Tutti insieme però, possiamo fare di più.
Dott.ssa Rosalba Trabalzini
Responsabile scientifico Guidagenitori.it
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