Il ciclo mestruale doloroso o dismenorrea è un problema che riguarda ben sette donne su dieci. Con l’arrivo delle mestruazioni, si avvertono dolori spesso così intensi da limitare la serenità quotidiana, lo studio e il lavoro. In Italia, il 14% delle assenze scolastiche è infatti dovuto ai dolori mestruali. Oggi gli esperti invitano a non sottovalutare il ciclo mestruale doloroso, perché può essere indice di qualche disturbo da risolvere, prima che causi danni alla fertilità.
La dismenorrea è caratterizzata da dolori che si irradiano dal basso ventre, arrivano a coinvolgere tutto l’addome e possono raggiungere anche la schiena e le gambe. Il dolore è intenso e si manifesta con forti spasmi simili alle contrazioni del parto. Spesso al dolore addominale si aggiungono: diarrea, nausea e vomito. I dolori compaiono qualche ora prima dell’arrivo del flusso e si attenuano in concomitanza con il flusso abbondante. A volte perdurano per tutto il primo giorno, diminuendo via via con il passare delle ore. La dismenorrea riguarda soprattutto le ragazze molto giovani. Si manifesta la prima volta dopo qualche mese dal menarca, per poi attenuarsi dopo i vent’anni. Molte donne sono però soggette a dolori mestruali anche dopo questa età.
I ginecologi distinguono tra due tipi di dismenorrea, a seconda del periodo in cui si manifesta: primaria (o essenziale) e secondaria.
Per contrastare l’insorgere della dismenorrea primaria, è possibile assumere farmaci a base di ibuprofene, una sostanza in gradi di contrastare il rilascio delle prostaglandine e, quindi, di combattere l’insorgere del dolore. Sembra che l’assunzione di questi farmaci sia efficace a scopo preventivo. Quando i dolori mestruali sono così intensi da impedire le normali attività quotidiane, il ginecologo può prescrivere una terapia ormonale. Questo tipo di terapia si basa sull’assunzione di una pillola anticoncezionale, a base di ormoni estrogeni e progestinici, bloccano l’ovulazione e, quindi, anche le contrazioni dell’utero. È però importante non limitarsi agli antidolorifici, parlando con il ginecologo sull’opportunità di effettuare accertamenti, con l’ecografia pelvica. È indispensabile escludere un problema serio come l’endometriosi, una patologia in continuo aumento.
Lina Rossi
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