L’infezione da HPV è un evento che si può verificare durante l’intera vita di una donna, in qualche caso fin dalla giovane età. Il picco di prevalenza è compreso tra i sedici e i venticinque anni, quando l’attività sessuale è più intensa, incidenza che cala progressivamente verso il periodo della menopausa dove, in molti casi, si verifica una seconda recrudescenza dell’infezione. Si può quindi affermare che non esista un’età nella quale un’infezione da HPV possa essere esclusa, pertanto una efficace protezione contro l’HPV deve iniziare precocemente e proseguire fino all’attesa settima-ottava decade di vita.
Attualmente sono disponibili due tipi di vaccini: il vaccino bivalente a protezione dai ceppi HPV16 e 18, e il vaccino quadrivalente a protezione dai ceppi HPV16-18 e HPV 6-11, questi ultimi associati allo sviluppo della condilomatosi. Per entrambe le vaccinazioni sono richieste tre somministrazioni consecutive. In Italia, la vaccinazione HPV viene offerta gratuitamente e attivamente alle bambine nel dodicesimo anno di vita in tutte le Regioni italiane sin dalla fine del 2007. Al fine di monitorare l’andamento della campagna il Reparto di Epidemiologia di Malattie Infettive del Centro Nazionale di Epidemiologia Sorveglianza e Promozione della Salute – CNESPS – in collaborazione con il Coordinamento Interregionale della Sanità Pubblica, raccoglie semestralmente i dati di copertura vaccinale per regione, coorte di nascita e numero di dosi somministrate. Alcune Regioni hanno esteso l’offerta attiva della vaccinazione ad altre fasce di età. La maggior parte delle Regioni prevedono, inoltre, il pagamento agevolato per le fasce di età non oggetto di chiamata.
Il principale test di screening per il carcinoma della cervice è rappresentato dal Pap-test detto anche striscio colpo-citologico. Lo striscio deve essere eseguito ogni tre anni almeno, in donne che non abbiano effettuato lavande vaginali o che non abbiano utilizzato lubrificanti da almeno ventiquattro ore, che non abbiano sanguinamenti in atto o processi infiammatori intensi e che non abbiano svolto attività sessuali nelle ventiquattro ore precedenti. L’affidabilità del Pap-test è sensibilmente influenzata dal grado di esperienza del citologo esaminatore e dal modo con cui viene prelevato e allestito il preparato nei diversi vetrini. La donna sul lettino ginecologico deve restare rilassata mentre il ginecologo introduce il divaricatore. Quindi con una spatolina preleva una certa quantità di cellule dal collo dell’utero, depositandole poi su un vetrino che sarà esaminato in laboratorio. Inoltre, si esegue la colposcopia: si tratta di una visione strumentale della vagina e del collo dell’utero mediante un apposito apparecchio, chiamato colposcopio, al fine di scoprire eventuali infiammazioni.
Alla conferma di neoplasia della cervice, si può passare ad altri esami per valutare l’estensione della malattia e quindi stabilire la cura più efficace. La RMN addomino-pelvica con mezzo di contrasto è un metodo sensibile e consente di valutare il volume tumorale, l’estensione in vagina, l’invasione di strutture e organi adiacenti. Si può anche eseguire una visita ginecologica in narcosi, valutazione del coinvolgimento parametriale, con biopsia di mappature cervicali e vaginali. Può anche essere utile, a discrezione dei medici, eseguire la TAC total body o TAC torace con mdc, nelle lesioni localmente avanzate, per lo studio di malattia a distanza.
Sahalima Giovannini